Addio, piccola Grace

Tempo di lettura: 6 minuti

Arriva il momento più drammatico per Alison e Adri: confrontarsi con la realtà di aver perso la loro prima e unica figlia ad appena quattro mesi. Dire addio a una bambina così piccola dopo aver fallito nel proteggerla, uccisa proprio dal criminale che non si è riusciti ad arrestare in tempo. Intanto, al Campus, il medico legale è alle prese con un conflitto interiore.


Adri: addio, piccola Grace

Maledetto dissanguatore che me l’ha uccisa e sia dannato anche il Giornale di Bugliano perché è andato a pubblicare i dettagli sull’autopsia senza risparmiare i particolari, quando se davvero a quel tavolo avesse operato Salvo Segapiedi sono sicuro che non avrebbe mai venduto certe informazioni ai media. Posso metterci la mano sul fuoco.

Esami del DNA, la foto del corpo coi vestitini che io e Alison le abbiamo fatto indossare, perfino i capelli erano i suoi; mi sarebbe stato sufficiente il materiale che già avevamo per riconoscerla senza vederla dal vero, ma Segapiedi ha insistito: “dovete esserci qui di persona, tutti e due” così abbiamo solo potuto raggiungerlo all’istituto di medicina legale.

Ci stringiamo l’un l’altra per farci forza, uniti in un dolore che io ho sempre visto negli occhi degli altri quando un criminale toglieva la vita a un bambino piccolo; provo a lasciarmi andare nel pianto, ma non ci riesco: “no, dissanguatore, no. Vuoi vedermi cedere e io questa volta ti ammazzerò con le mie mani! Non ti darò la soddisfazione di crollare adesso!”

La fedelissima pistola d’ordinanza è stretta sulla mia cintura, carica e pronta all’uso per qualsiasi evenienza: si azzardi qualcuno a dirmi una parola fuori posto e gli sparerò in fronte! Segapiedi compreso: fa tanto l’amico però secondo me sta godendo a vedermi soffrire.

Neanche Alison piange, né dice una parola; solo quando il dottor Segapiedi si avvicina a noi e ci stringe la mano, annuisce per un saluto.

“Venite”, ci invita lui tranquillo. Troppo tranquillo, troppo freddo. No, questo comportamento non è da Salvo, non con noi! Senza minimamente provare a darci conforto, ci guida in un lungo corridoio fino a una porta di metallo: “è qui dentro. Venite, è doloroso ma è una formalità necessaria…”

Una formalità, che cazzo dici Segapiedi! Dobbiamo riconoscere il cadavere di nostra figlia e tu la chiami formalità! Stringo la mano sulla pistola e per un attimo ho la tentazione di puntargliela contro: “dimmelo Salvo, dimmi almeno che non ha sofferto! Dimmi che si è addormentata!” Lui però spalanca la porta e ci fa segno di seguirlo.


Salvo Segapiedi: il lavoro più duro

Essere medico legale ha trasformato in qualità il mio più grande difetto: l’assenza di empatia; se ne lamentavano i miei genitori, mia moglie, colleghi e amici però fossi stato emozionale come farei a studiare i cadaveri? Questa volta però è stata dura, decisamente fuori dalla mia portata.

Non è il primo bambino che analizzo, certo, ma quando sul tuo tavolo arriva la figlia del tuo più caro amico è una sfida per chiunque rimanere inflessibili e professionali! Perfino la mia allieva migliore si è rifiutata, nemmeno ha voluto vedere il corpo della piccola: “ti stai mettendo in un guaio, Salvo”, ha cercato di avvertirmi ma le ho mostrato la ricevuta del bonifico appena arrivato sul mio conto: “autopsia Grace La Scala”, 5000 euro in pugno per l’analisi su un cadavere congelato; mai visti tutti quei soldi in un colpo solo, in vita mia!

Sento dei passi avvicinarsi alla porta dell’obitorio, i genitori della bambina stanno arrivando a riconoscerla. Ordinaria amministrazione con gli estranei ma non adesso, non con loro; davanti al lenzuolo che copre la piccola mi sta scendendo una lacrima! Emozioni, ed è la prima volta in tanti anni.

Sollevo un lembo del telo giusto per scoprire il volto di Grace e le faccio una carezza. Bella, perfetta. Troppo perfetta in una rigidità innaturale che poco si addice a una bimba innocente appena venuta al mondo.

“Calma Salvo”, penso tra me; “è sempre lavoro e ti hanno anche pagato bene…” Già, ma perché questi soldi in più? Perché questa fiducia in me?

Adri e Ali mi seguono, lui con la mano stretta alla pistola; “non ce n’è bisogno”, lo rassicuro; “non lasciarti sopraffare dal dolore!” Tutti e due restano fermi, davanti al corpo della piccola. Non una parola né una lacrima da parte di Alison! Possibile che sia diventata cinica anche lei?

Mai vista una madre così fredda di fronte al cadavere della propria bambina e c’è solo un’ipotesi per una reazione simile: o l’ha uccisa, o è complice del carnefice.

I due genitori prendono coraggio e, in silenzio, si avvicinano al corpo; prima i piedini, poi le manine, Alison la stringe come a volerla riscaldare ma è Adri il più temerario: incurante della situazione, la prende in braccio. “Ha capito già tutto”, penso tra me; “è un profiler e non è nato ieri.”


Salvo Mondo: notte in bianco

Trovarsi in mezzo a un guaio più grande di me, una complicità a cui mai e poi mai avrei dato seguito se fossi rimasto nella mia Sicilia; l’ennesima notte senza sonno è per me un momento di riflessione, vorrei prendere la porta per andarmene ma è il volto innocente di Grace a fermarmi: come posso pretendere la fiducia di Adriano se evito di proteggere la persona a lui più cara?

Pensare che prima del fatidico 17 maggio 2005 ero un adolescente sognatore, avere un figlio era la mia ambizione più grande; chi avrebbe mai immaginato che mi sarei trasformato così con un semplice colpo di vento! Rinunciare ai miei desideri adolescenziali per ottenere il dono e la personalità di Salvo Montalbano senza che mi fosse data la possibilità di scelta! Osservo Freddie con la bambina in braccio: nemmeno lui ha avuto figli, ed è chiaro che ci sappia fare più di me, perché la piccola si è addormentata e lui finalmente può lasciarla nella culla che aveva preparato per l’occasione; chissà da quanto tempo aveva in mente questo piano?

Assicuratosi del suo sonno profondo, spegne la luce e mi saluta con la mano: “Salvo, stai lì, tienila d’occhio io mi allontano un attimo perché dobbiamo iniziare la fase due!” Mi schiarisco la gola mentre guardo Freddie uscire, se la piccola si sveglia? Cosa faccio? Vorrei stendermi sulla specie di branda che da giorni mi fa da letto, ma le parole di Adriano non mi escono dalla mente: “Sei negativo, Salvo! Non sarai dei nostri finché non mi dimostrerai che sei degno del mio HIV”. E chi lo vuole il virus, mi sarebbe sufficiente tornare il sedicenne Salvatore Del Mondo! L’intuito di Montalbano potrebbe andarmi anche bene, però non la sua età.


Freddie: la fase due

“Ciao, Fred”, Salvo Segapiedi mi accoglie nel suo ufficio e chiude la porta a chiave; “allora? Quanto deve andare avanti questa farsa?” Stessa domanda che avevo posto anch’io, dal lontano 1991, a chiunque si prendesse cura di me; “vorrei dirti che è finita, Salvo, ma sai benissimo che…” Inevitabile lasciarmi sfuggire due lacrime, impossibile dimenticare i decenni passati con una maschera sul volto. “Grace non deve finire come te, Freddie! Non lo permetterò!”

Dalla tasca della mia giacca tiro fuori un foglio piegato, e lo apro di fronte a lui: “lo vedi questo? Carica virale non rilevabile. Di chi è?” “Ehm… Sì… Tuo…” Nel rispondermi le parole quasi gli si bloccano in gola, mentre lo schermo del computer restituisce un messaggio ben diverso. “Ti rendi conto! Freddie! Cosa mi stai chiedendo? Non posso perdere l’amicizia con Adri per colpa tua. Gli stiamo facendo del male…”

Sorrido osservando la cifra a sei zeri ben chiara sul documento elettronico, so bene di avere io il potere decisionale in mano e con le dita inizio a fargli un seduttivo massaggio sulle spalle: “o con me o contro di me, negativo, intesi?” Lui guarda l’orologio e accarezza con due dita la foto di donna appesa al muro: “Non avrei mai dovuto arrivare a tanto, perdonami Lorenza”…

“Bisogna procedere, Salvo, senza più scrupoli; lo dobbiamo a lei!” Anch’io sto guardando l’immagine in questione; il bel volto di una donna sui quarant’anni con un sorriso a me familiare, e palesemente incinta. “Freddie Segapiedi”, lui si mette a piangere stringendosi a me; “sarebbe dovuto venire al mondo il 5 settembre 2016. Ma poi…”

Un’altra foto, un articolo datato 26 agosto 2016 in cui si parlava di una donna trovata morta in un’auto carbonizzata; “solo pochi giorni ancora, Salvo”, cerco di incoraggiarlo anche se ormai ha ceduto alle lacrime. “Il dissanguatore se la vedrà con me in persona! Ho perso tutti i miei discendenti virali per colpa sua, questa volta devi fidarti per forza.”

“Ma Adri… Adri no… Lui no…” Segapiedi cerca di parlare tra i singhiozzi e io lo stringo ancora di più, spingendo la sua sedia con le ruote lontano dal tavolo; “Lorenza ti vorrebbe felice adesso, tu hai fatto un ottimo lavoro. Credimi Salvo, sei stato in gamba e meriti che io sia il tuo…”

“Gifter”, mi sussurra lui completando la frase; “sì ma Adri… Gli avevo promesso che…”

Guardo ancora la foto della povera signora Lorenza, concentrato in particolare sul pancione: “non sei risultato positivo da lei, né sei riuscito a evitare che morisse; vuoi continuare a fallire?”

“No… Noi volevamo, volevamo te, averti nella nostra vita. Nostro figlio doveva chiamarsi come te, Freddie”… Il medico legale ormai singhiozza senza interruzione e io gli offro un fazzoletto per asciugarsi gli occhi; “all’epoca non era destino”, provo a dirgli. “Forse il piccolo sarebbe nato negativo. Ma adesso ci sto io con te, posso darti lo stesso virus che ho dato a Lorenza nell’86.”

“Tu però sottovaluti Adri e Alison”, Segapiedi insiste guardando prima me, poi il computer dell’ufficio su cui era comparsa la schermata di blocco. “Hanno capito che quello non era il corpo di Grace ma una bambola…”

Quanti soldi e fatica spesi in una riproduzione realistica della piccola Grace, forse però Salvo aveva ragione! Adri è un profiler! Prendo nuovamente dalla mia tasca il foglio con la mia carica virale falsa: “penso a tutto io da ora in poi, la tua conversione sarà il nostro segreto. Ma la piccola Grace sarà protetta fino alla fine dei suoi giorni. Te l’assicuro.”

6 commenti su “Addio, piccola Grace”

    • Oh, grazie davvero! Ci fa solo piacere che qualcuno apprezzi…

      E dobbiamo andare avanti ancora!

      Pensa quando i genitori di Grace scoprono che l’ha presa Freddie… Non ti spoileriamo nulla; originale? Cerchiamo di fare del nostro meglio perché siamo stanchi delle solite storie finite sempre al solito modo!

      E aspetta pure che si metta in mezzo il virus, lui sa sempre tutto ma interviene solo se opportuno non come gli umani che spesso parlano per nulla.

      Rispondi
          • Io amo il caldo, più ne fa, meglio è. Del resto, non appena posso, sto al mare.
            Odio rabbrividire d’inverno, odio infagottarmi con maglioni, cappottoni & simili: mi sento l’omino Michelin 😁
            Ma questa è un’altra storia

          • Io invece amo rifugiarmi sotto le coperte quando è inverno e magari tira vento (possibilmente non da solo). Fischia pure, vento, che io c’ho da fare!

            Col caldo invece in certi momenti anche le coccole arrivano a darmi noia.

            Gifter

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: