Appendi le scarpe al chiodo

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Sicuramente i lettori ci chiederanno se siamo pazzi perché sono passati dieci giorni dall'ultima storia di fantasia che abbiamo pubblicato. Per non parlare poi del fatto che nel racconto della Bugliano Run abbiamo messo mondo reale e positivo insieme, comportamento mai tenuto prima, eccetto quando c'è stato il compleanno del Mondo Positivo.


Non servono giustificazioni, in teoria

Lo sappiamo, non dovremmo scusarci né giustificarci se abbiamo fatto così e se questi due mesi ci sono stati più articoli sul mondo reale che di fantasia, ma è stato indubbiamente un periodo poco bello per entrambi dal quale stiamo uscendo solo perché siamo in due e possiamo contare uno sul supporto (e i rimproveri) dell'altro. Sennò, le amicizie, a cosa servirebbero?

Che cazzo succede?

Cos'è accaduto, cosa non è accaduto, tante situazioni di cui il blog del Mondo Positivo non è il posto idoneo per parlare ma giusto per non farci mancare qualcosa, abbiamo provato una sensazione terribile per un brutto equivoco: quella di parlare – anzi scrivere – al vento.

Rambo da tastiera

Nell'esperienza di qualunque blogger accadono episodi simili: prima o poi si usa la parola sbagliata nel momento sbagliato e qualcuno ha scollegato le dita dalla testa facendoci rischiare, lo diciamo senza mezzi termini, di crollare e prendere una decisione più scellerata dell'altra. Quella di rispondere in malo modo a una persona sconosciuta, o quella di appendere la fantasia al chiodo, far decidere al virus sulla morte di tutti i personaggi positivi così poi i negativi si scannavano tra di loro, e dopodiché mandare al diavolo tutta la blogosfera, i social network, e tutto quello che c'è in giro. Siamo stati davvero al limite dello sbrocco!

Sempre quel “ma” di troppo

Di certo tra i nostri lettori qualcuno almeno una volta nella vita avrà incontrato il classico “non sono razzista ma”, “ho tanti amici gay ma”, “non odio le donne ma”, e così via. Irritante da morire! E quando ti sgoli un'ora per spiegare la tua posizione poi ti senti dire “ho capito cosa intendevi, ma…”!

E che cazzo, o hai capito o è “ma”! Almeno una parola di 5 lettere sarebbe stata ben accetta! Questa espressione è “SCUSA”, se non fosse chiaro. Possibile che mandarsi all'inferno è un attimo e chiedersi scusa è così faticoso? Noi lo abbiamo sempre fatto dove lo riteniamo opportuno perché ci risulta che scusarsi o ringraziare non abbiano mai cagionato danni come spesso invece fa il silenzio. Eppure ancora esistono persone orgogliose a tal punto che anche di fronte ai dati preferiscono umiliarti in pubblico piuttosto di chiederti scusa.

Rispondere in malo modo è una reazione emotiva che può portare a distruggersi la reputazione perciò abbiamo preferito comportarci nel classico proverbiale “digli di sì e pagagli da bere”, altro non c'è da fare; non per la serie “la ragione è dei muli” però semplicemente un OK, da qui non si va lontano, lasciamo anche perdere perché nessuno di noi ha più l'età per i film mentali. Dietro a ogni schermo c'è una persona e, prima di metterci un “ma” di troppo giocando col proprio orgoglio, sarebbe un attimo da tenere conto che non sempre le cose sono come le vediamo noi dal nostro punto di vista. Bisogna anche entrarci o almeno ascoltare cos'abbia da dirci l'interlocutore.

Appendi le scarpe al chiodo

L'alternativa? Nel brano “sunset boulevard” Elio cantava così a proposito di un calciatore a fine carriera:

“Appendi le scarpe al chiodo, appendile! Perché il viale del tramonto si percorre a piedi nudi. Appendile, campione, e lasciaci una buona immagine di te”.

Noi comunque non abbiamo intenzione di andarcene e concludere le storie, né abbiamo una data entro cui consegnamo allora, se avevamo programmato che la storia del Dissanguatore si chiudesse a Pasqua, la chiuderemo il 25 aprile o anche dopo, se le cose vanno male! Cosa cambia?

Tutto vogliamo tranne farci autonomamente pressione, il fatto è solo che quando si vive un periodo negativo anche la fantasia non funziona ed è meglio un racconto in meno e fatto bene, piuttosto che uno in più e scritto col culo.


elio e le storie tese – sunset boulevard

Nossignori, noi non ci sentiamo al viale del tramonto e anche se un po' di sconforto c'è stato, non abbiamo alcuna intenzione di accontentare chi vorrebbe vederci arrabbiati; non vi daremo soddisfazione con le risposte spregevoli quando le provate tutte per farci sbroccare, non vi lasceremo farci ancora pensare che stiamo parlando al vento; ci avete colti impreparati una volta? Abbiamo imparato la lezione e da qui possiamo solo mettere il punto, e andare a capo. Neanche a fare in culo vi mandiamo, sarebbe tempo sprecato e che vogliamo investire in qualcosa di positivo – doppio senso volutissimo.

5 commenti su “Appendi le scarpe al chiodo”

  1. Ma… (apro con “ma”, cominciamo bene 😉 ) non è che magari si è trattato di un comune e semplice blocco dello scrittore ?
    Non seguendo tutto il filo da prima non so cosa sia potuto accadere, ma commenti sbagliati e scazzi da blogosfera secondo me andrebbero semplicemente ignorati, rimanendo sul pezzo e tirando dritti. Altro che fantasia al chiodo. Calci in culo agli “haters” e ai rompipalle in genere.
    Io penso che chiunque venga qui (o in altri luoghi da voi curati) e cominci a spargere in terra la merda che ha nel cervello sia passibile di qualsiasi cosa brutta vi venga in mente. E ne avreste ben donde, peraltro.
    Bello il dialogo, bello il confronto, bella la discussione, bello tutto ma se rompi i coglioni la domanda principe è sempre la stessa: “ma non avevi niente di meglio da fare oggi” ?
    Se può essere utile, mi propongo come “buttafuori”, così vi alleggerisco un po’ il lavoro… 😀

    Avanti è la vita, ragazzi !

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    • Il blocco dello scrittore può accadere e lo teniamo abbastanza controllato questa volta invece è stato un momento di scazzo generale per entrambi: si è ammalata Elettrona poi mi sono ammalato io, in un periodo già difficile per tutti e due dovuto a svariate cause indipendenti da attività insieme.

      E l’arrabbiatura da blogosfera ci ha colti in un momento vulnerabile perché altrimenti sai che c’è? Anche quella sarebbe come l’HIV! Non rilevabile, non trasmissibile. Innocua.

      Abbiamo solo bisogno di prendere fiato e tornare più positivi di prima ☣️☣️☣️🦠➕➕➕

      Gli hater? Generalmente ci siamo abituati e in situazione “normale” si liquidano con risposte a tono però se già sei col cervello esausto prima o poi cedi. Siamo umani e virus senza i super poteri!

      Coming out: in effetti dopo lo scazzo da blogosfera mi è salita la febbre: il mio HIV sicuramente ha segnalato “basta gifter basta! Calma perché altrimenti…”

      Non mi abbasso ad augurare malattie o eventi antipatici agli odiatori. Vorrei solo che alla prima scarica di diarrea pensino a noi. Prima o dopo capiterà di mangiare qualcosa di poco sano o infettarsi con qualche agente esterno che coinvolge l’intestino. Allora magari mentre lasciano che le feci liquide vadano a imbrattare la ceramica del wc, capiscano quanto sia stato inopportuno in passato o nella vita precedente, infastidire in qualunque modo Elettrona e Gifter.

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    • [Elettrona] – io e gifter ce le siamo dette parecchio a fuoco sabato sera per colpa di quell’episodio su cui non vogliamo spendere altre parole, e ho dovuto calmarlo perché se fosse stato per lui avrebbe risposto, a quella gente, “parlare con l’HIV mi dà molta più soddisfazione di voi”. Però a quel punto sarebbe passato, saremmo passati, dalla parte del torto visto che l’account “Mondo Positivo” è mio, collegato a una mail associata a questo sito che è intestato a me, se succede qualcosa di brutto a rimetterci sono io anche legalmente. E per cosa, per quattro perditempo? Sbroccare in pubblico nella blogosfera, col nome profilo che punta direttamente al blog personale, vuol dire mettere in gioco la propria reputazione dopo tre anni che lottiamo.
      Lo so di aver ferito Gifter dicendogli di mettersi le dita nel culo piuttosto che usare la tastiera per rispondere in modo inopportuno, mi ci sono anche sentita in colpa poi. Ma noi siamo persone che quando si insultano a vicenda hanno le loro ragioni e alla fine fanno pace si chiedono scusa. Se poi qualcun altro si arrocca nella propria posizione perché teme di perdere credibilità, il problema è suo.

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  2. Scusate se rimesto, ma ho una cosa che mi gira in testa dai primissimi scambi tra noi.
    Ho notato in almeno un paio di casi riferimenti alla vostra preoccupazione a proposito di eventuali problemi legali in caso di “cose brutte”.
    Non posso fare a meno di chiedermi e di chiedervi di cosa esattamente vi preoccupiate.
    Più che altro per dire che non c’è veramente nulla di cui preoccuparsi, sul serio.
    Non mi metto a sciorinare inutili e tedianti “curricula”, ma vi assicuro che parlo a ragion veduta.
    Legalmente, nulla vi può nuocere.
    A disposizione per ogni dubbio / perplessità / consulenza.

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    • [Elettrona] – a livello legale? Di sicuro non vogliamo avere a che fare con gente che minaccia, “togli questo perché sennò…”; sarebbe un disagio di cui non abbiamo bisogno, probabilmente “dal vero” nulla succede, difatti anch’io per un episodio di diffamazione subita, tentai di far valere i miei diritti e il legale della controparte mi disse che “non ero identificabile”; ah no? C’era il mio nome, la mia città di residenza e la mia disabilità, senza cognome né foto OK però per più di una settimana mi sono beccata i rimproveri dei miei stessi amici!

      E la cosa assurda è che, se avessi detto quelle cose pubblicate in quel posto (e ancora on line fra l’altro) i miei amici avevano ben diritto di insultarmi perché in quel caso avrebbe significato che avrei perso il lume della ragione. I “giornalisti” si sono inventati un’intervista a me, mai fatta, basandosi su articoli risalenti a dieci anni prima e tecnologicamente obsoleti, per confezionare un articolo pieno di supercazzole che probabilmente neanche assumendo stupefacenti sarei stata in grado di tirar fuori.

      Sappiamo bene che il trattamento non è alla pari: io, la persona del ceto medio e con disabilità, subisco diffamazione e non mi posso permettere di averla vinta perché non posso reggerla a livello economico. Invece ho un paio di amici nei cui blog sono state divulgate informazioni per mettere in guardia su truffe di pubblicità discutibili, oppure certi sedicenti “guru” che promettono la luna, e questi divulgatori si sono trovati una volta il sito e una volta l’articolo oscurati dalla polizia postale perché evidentemente i truffatori avevano più soldi di loro e, una causa, potevano permettersela anche a costo di perderla ma nel tentativo di chiudere la bocca a chi li smaschera. Dopo la denuncia è stata archiviata, ma ci è voluto tempo e i disagi per i miei amici sono stati notevoli. Quindi, se si può evitare…

      Per citare Gifter: “la situazione è controllabile adesso ma sarebbe meglio se voi la evitaste e vi infilaste il preservativo prima…”

      Da quel che so, è diffamazione per mezzo stampa/Internet anche se dai riferimenti impliciti su qualcuno e almeno due persone capiscono chi “qualcuno” sia.

      Se io dicessi “la donna romana con la figlia piccola e leader del partito che si chiama come le prime parole dell’inno italiano” [e a seguire parole offensive] penso che anche un ingenuo capirebbe chi sia! Se poi ci aggiungessi “col cognome che sembra un frutto estivo”…

      Ma se io dicessi “la donna bassa che si chiama come la cantante” più offese, magari lei si riconoscerebbe lo stesso ma io a quel punto potrei dirle: signora, scusi, ma quante donne basse e cantanti esistono? Perché si è sentita chiamata in causa? Coda di paglia?

      Nel caso specifico dello sbrocco, Gifter non avrebbe rischiato legalmente se avesse scritto “parlo meglio col mio HIV che con te”. Sarebbe solo stata una magra figura che l’avrebbe fatto (ci avrebbe fatti) passare da hater.

      Però comunque stiamo sempre attenti a quando scriviamo, anche di fantasia, perché l’inopportuno che ti vuol creare problemi sta ovunque.

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