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Per una canzone stupida, qualcuno accusa noi di body shaming senza capire che siamo i primi a condannarlo.
Body shaming?
Messaggio inviato nel modulo “contatti “scrivi al Mondo Positivo”, pagina che siamo sempre più tentati di eliminare. Una ragazza ci scrive:
D'accordo la lotta allo stigma ma non potete farla col body shaming! Togliete quella canzone!
Ah sì? Davvero? Perché altrimenti, cosa ci fai? Che paura!!!
Il riferimento è all'articolo su HIV e le paure infondate in cui per fare il verso a chi si finge amico e poi è pieno di stigma, abbiamo usato una parodia dal titolo “l'ultima racchiona”.
Effettivamente la canzone dei Gem Boy prende in giro una ragazza per il suo aspetto fisico (body shaming, appunto) ma noi non la togliamo e, nel contesto specifico, la confermiamo pure.
Racchiona? A chi?
Nessuno si deve permettere di chiamare “racchiona” una donna! Punto! Se noi abbiamo usato questa canzone non vogliamo colpire le ragazze diverse dagli “standard” del “maschio bianco etero alfa”, bensì tutte quelle persone che esibiscono un comportamento di estrema empatia, bontà, gentilezza, salvo poi rivelarsi piene di pregiudizi alla prima difficoltà.
Combattere la narrazione tossica
Noi siamo stanchi delle prediche e abbiamo deciso di combattere la sierofobia provando a colpire l'avversario con gli stessi suoi metodi: avvalerci di storie, simboli e metafore che possano impressionare.
Chi alimenta lo stigma lo fa portando avanti la narrazione del “mostro gentiluomo” capace di far perdere la testa alle donne, o la ragazza seduttrice pronta a infettare ogni uomo che le capita a tiro: “mi regalava mazzi di fiori, era un cavaliere d'altri tempi, si faceva voler bene, nessuno sospettava il terribile segreto che nascondeva”.
Il pregiudizio fa presto a radicarsi in questo modo, e non è raro che si tiri a conclusioni: “se una persona dimostra buone qualità e poi si scopre che ha l'HIV, meglio stargli alla larga per non finire come i casi limite raccontati dai media”.
Come si può illudersi di fare educazione sessuale e affettiva con questi bias coltivati in ogni dove? Come si può pensare che, fino a quando sussiste questa narrazione, di una persona HIV positiva non si abbia paura?
Ecco perché nel nostro consueto modo di rispedire la sierofobia al mittente, abbiamo utilizzato una canzone stupida.
Prendiamoci meno sul serio!
Ma di cosa stiamo parlando? Sono i Gem Boy, un gruppo che faceva musica demenziale di basso livello principalmente a sfondo sessuale. Cos'altro potremmo aspettarci di diverso?
Presa così, la storia della “racchiona” neanche a noi piace; l'idea che il ragazzo se la porti a letto e poi la dileggi in pubblico con una canzone, è il bullismo più villano che ci sia. Ma se imparassimo a prendere una canzone per quello che è?
Il ritornello:
L'ultima racchiona e me ne andrò,
che non ne posso più,
di tutte queste donne finte che
si basano sui trucchi
e non si capisce mai, cosa nascondano là sotto!
Bene. E se noi cambiassimo il soggetto? Invece della ragazza che nasconde i brufoli sotto il trucco, è la persona che si mostra empatica e amorevole ma poi quando scopre che hai l'HIV si manifesta come l'individuo più spregevole del mondo.
Non ci innalziamo ai livelli di chi ha composto le favole più famose; ma accusare noi di body shaming perché abbiamo parlato dell'”ultima racchiona”, sarebbe come sostenere che Esopo fa propaganda di false notizie perché le volpi non dialogano in linguaggio umano coi corvi, né fanno loro i complimenti.
Siamo entrambi appassionati di mitologia antica e sappiamo quanto l'educazione a quel tempo fosse fondata molto su figure di fantasia o animali rappresentativi delle caratteristiche umane; allora, consapevoli che sono cambiati i mezzi di comunicazione ma non la testa dell'essere umano, cerchiamo di inventarci una terapia d'urto che possa smuovere la mentalità.
Nel momento in cui per HIV/AIDS non esistevano cure, hanno pur costruito l'alone viola senza farsi scrupoli di stigma o non stigma. Allora? Dobbiamo farceli noi per una canzone dei Gem Boy? Dai! Su!