Ci sentiamo casomai

Tempo di lettura: 3 minuti

“Ci sentiamo casomai”. Roberta Ciocca racconta l’HIV attraverso gli occhi di Giulia e Siria, due ragazze unite da un’amicizia tanto bella quanto dolorosa.


Siria e Giulia a Bugliano

Siria e Giulia, nei racconti sierocapovolti dei PlusBrothers, sono due ragazze che frequentano l’università di Bugliano – una con l’HIV e una senza. Per ora hanno solo i nomi di battesimo ma qualora ne saranno degne, otterranno il badge del campus: ChaserGiulia e GifterSiria.

Loro non sono proprio di nostra invenzione perché si ispirano liberamente a due personaggi con gli stessi nomi, arrivati dal libro che ora stiamo consigliando di leggere: Ci sentiamo casomai! – Roberta Ciocca

Ci sentiamo casomai: la protagonista Giulia

Fidanzata con Simone, ha una bimba di pochi anni e un altro figlio in arrivo. Una vita apparentemente tranquilla, non fosse per un ostacolo enorme: una grandissima paura dell’HIV che si porta avanti fin da ragazzina.

La madre le ha insegnato a considerare l’AIDS una malattia che si nasconde ovunque, una colpa da espiare che porta a una morte dolorosa quanto inevitabile, e questa educazione fondata su concetti sbagliati le condizionerà la vita forse per sempre.

Anche l’autrice Roberta Ciocca è cresciuta coi pregiudizi sulla positività all’HIV, e infatti racconta:

“Perché ho scritto questo libro? Avevo 18 anni. Il ricavato di una serata di beneficenza in oratorio era stato devoluto a una comunità di bambini malati di AIDS, Vivere al Sole a Chiuduno (BG). Ascoltando le loro storie ho capito che, a differenza di ciò che mi era stato insegnato, essere sieropositivo non è una colpa. Come si vive con l’AIDS? Com’è voler bene, amare, una persona che ha l’HIV? Il mio romanzo nasce dalla volontà di rispondere a queste domande. I personaggi danno voce alla paura e al coraggio di trovare se stessi, accettarsi ed essere.”

Ecco, appunto. “A differenza di ciò che mi era stato insegnato”. Dai genitori probabilmente, o addirittura a scuola, messaggi sbagliati sono stati trasmessi a Roberta; purtroppo la sierofobia viene spesso e volentieri offerta come unico punto di vista e finché una persona più o meno vicina che vive con HIV non ti induce a farti qualche domanda, te la tieni per sempre e la tramandi a chi ti sta vicino.

Non tutti però hanno l’opportunità di mettersi in discussione grazie a esperienze reali, o se ce l’hanno non la colgono. Perciò complici i media e la loro narrazione tossica sull’argomento, il più delle volte preconcetti vecchi di quarant’anni continuano indisturbati a causare problemi.

[…]

Sento intorno a me una presenza minacciosa. È una sensazione. La brutta sensazione di qualcosa
che ti fa paura, che ti sta cercando. […]

Sento l’AIDS come una presenza che mi circonda, riempie l’aria, mi toglie il fiato.
Nessuno se ne è accorto, le persone nelle vie di quel piccolo paese sconosciuto continuano a
passeggiare e chiacchierare.

D’accordo, queste parole sono di Giulia, persona di fantasia ma rispecchiano le sensazioni vere di chi, vittima di un’educazione fondata sul tabù anziché sulla consapevolezza, non sa come affrontare una situazione sconosciuta e si crea dei veri e propri film mentali.

Nel libro, la paura consentirà a Giulia di confrontarsi con se stessa per non perdere una persona a cui tiene.

Siria, un’amicizia complicata

Siria, 10 anni più di Giulia, tendenzialmente è chiusa in se stessa; riesce a esprimere le proprie emozioni solo grazie alla fotografia, passione che nel tempo unisce le due ragazze. Ha contratto l’HIV a causa di un rapporto occasionale con un uomo appena conosciuto e inizialmente non lo rivela alla sua nuova amica perché della propria condizione non parla volentieri, anzi tende a scappare quando si accorge di non saper gestire un problema.

Ma cosa succede quando sei terrorizzata dall’HIV e scopri che a conviverci è la persona a cui tieni di più? Un casino, perché la sierofobia è peggio di una bomba atomica: ovunque passa, distrugge tutto.

Giulia comunque non ci sta e prova ad affrontarla; ci riesce, anche, ma non sempre le cose vanno come si vorrebbe…

OK, stop. Abbiamo spoilerato un po’ troppo! L’unica cosa da fare, adesso, è leggere questo libro che consigliamo caldamente.

In quanto a Giulia e Siria residenti a Bugliano, sì: questo libro ci ha lasciati un po’ col vuoto sotto i piedi e il desiderio di conoscere ulteriori sviluppi nel rapporto fra le due ragazze; così abbiamo deciso di ispirarci alle protagoniste di Roberta per creare le nostre, che cercheranno di partire dai loro conflitti per risolverli una volta per sempre.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: