Alison ed Eliana, separate da un coming out mai affrontato, si ritrovano dopo anni unite dallo stesso virus. Ma il passato non può rimanere sepolto per sempre…
Eliana Solari, 2014: il ricordo di una corsa
Correvamo ogni giorno fianco a fianco io e la mia compagna, gli allenamenti erano l’unica possibilità per noi di stare insieme senza timore che i nostri familiari ci scoprissero: due ragazzine che si preparavano per la maratona erano l’orgoglio per le rispettive famiglie e nessuno si azzardava a vietarcelo.
Anche quel pomeriggio sembrava uguale a tutti gli altri: uscire dalla scuola, consumare un veloce pranzo e poi via, al solito parco a raggiungerla! Lei però stavolta non sorrideva e abbiamo camminato, più che correre. Sarà stata colpa del caldo, la stanchezza, o forse i suoi genitori sospettavano di noi e l’hanno tenuta chiusa in casa?
Corri, Atalanta, corri! Neanche la mia consueta frase di incitamento funzionava, quasi pareva che la mia presenza le desse fastidio; ma se la situazione era questa perché aveva accettato di incontrarmi come niente fosse? Cosa le avevo fatto? Non era da lei un simile comportamento!
“Aspettami qua”, mi aveva detto a metà della nostra silenziosa passeggiata. “Vado a fare la pipì!”
A lei non piaceva lasciare i propri bisogni negli spazi pubblici e in mancanza di un bagno a portata di mano preferiva tenersela, era possibile che non stesse bene! Ma allora perché non dirmelo? In preda a una nuova preoccupazione ero rimasta ad attenderla seduta accanto a un albero ma dai cespugli del parco nessuno si era più fatto vedere o sentire. Non una voce né un movimento o un grido, la mia amata semplicemente non c’era più.
Avevo aspettato mezz’ora, poi un’ora, due… Alla fine ero tornata a casa fingendo per tutta la sera di non preoccuparmi perché immaginavo Atalanta con la sua famiglia; poco male comunque, scappare non era da lei. Ci saremmo viste a scuola il giorno dopo e tutto sarebbe stato chiarito di sicuro!
Invece anche a scuola non si era presentata né quel giorno, né quelli a seguire. Solo la settimana dopo, un passante aveva recuperato in mezzo a un cespuglio il suo marsupio coi documenti e pochi spiccioli, di lei però da allora si erano perse le tracce.
In realtà nessuno ha voluto mai approfondire le indagini su questa scomparsa, la nostra storia è uscita allo scoperto in maniera distorta e di lei i media hanno raccontato una torbida vicenda di omosessualità e prostituzione senza trovare alcun colpevole al presunto sequestro, poi quando a novembre dello stesso anno una docente universitaria non ha più dato notizie di sé, tutti si sono mobilitati per cercarla solo perché quella era una “signora per bene”, salvo poi insabbiare tutto quando è venuta fuori la sua positività all’HIV: per i moralisti buglianesi tutti d’un pezzo esistono casi di serie A e B, evidentemente. Arianna Preziosi, come Atalanta e come mia zia, sparita molti anni prima e trovata morta in Russia. Anche quella una tragedia che mi pesa sulle spalle, per quanto fossi piccolina quando hanno ucciso zia Maria Sole.
Se avessi avuto il coraggio di muovermi dopo cinque minuti che lei tardava, forse avrei potuto fermare il sequestratore. Probabilmente avrebbero avuto giustizia tutte e tre…
Come potevo comportarmi con la mia compagna? Dovevamo fare coming out fregandocene del parere altrui, scappare insieme, avrei dovuto vergognarmi meno di me stessa e non accontentarmi più dei semplici baci? Tutt’ora ho il rimpianto di non aver mai voluto andare oltre, magari sotto l’albero diventato nel tempo il mio ricordo di lei.
Sarà viva, sarà morta, volevo pensare che sui rami di quell’albero le foglie crescessero grazie alla sua anima. Non c’erano più speranze di ritrovarla e in tutti questi anni mi sono accontentata di avventure occasionali, fino al 2022 l’anno della svolta definitiva.
Alison Grant, 2022: assistenza complicata
Alla faccia delle vacanze, da quando Eliana ha iniziato la conversione per me riposare è stato un optional! Oltre alla febbre alta, ha incubi talmente forti da mettersi a urlare “corri Atalanta” nel cuore della notte, si calma solo se mi infilo nel suo letto per abbracciarla però andando avanti così non avrà mai una buona sintonia col suo HIV, gli trasferirà tutte le emozioni negative e a quel punto potrà solo bloccarlo coi farmaci. Per quanto io cerchi ogni volta di spiegarle quanto con le sue paure stia traumatizzando il proprio virus lei nulla. Dice di sì, ma appena chiude gli occhi si riparte daccapo.
L’ennesimo tentativo di chiamare Adri è andato a vuoto; da quando è tornato al campus si fa sentire solo via chat e mi crede capace di arrangiarmi, convinto che la conversione di Eliana sia stata tranquilla come la mia. E come dargli torto! Lui è il gifter di tutte e due, il virus è identico, allora perché cavolo a lei sta facendo questi effetti inquietanti? Spero e mi auguro di poterla presto portare al CampusIBUOL e far visitare da Evelyn Sloan perché qualcosa in lei non sta decisamente andando per il verso giusto.
Solo per averle detto che andavo a fare la pipì e non mi sarei infilata subito sotto le lenzuola, è venuta giù l’apocalisse!
“Tu non sai cosa vuol dire”, si è messa a urlarmi. “Esser lasciata da sola in mezzo a un parco dopo che la persona a cui tieni di più è andata a fare pipì!”
Eliana mi ha passato il suo portafoglio, con dentro una vecchia foto di due ragazze. “Guarda, Ali. Qui eravamo insieme domenica 18 maggio 2014 in attesa di partire per la Bugliano run.”
Corsa di beneficenza per sensibilizzare sul vaccino contro l’HIV, ricordo quel giorno come fosse ieri. Ero con mio zio Raymond Still, il miglior scienziato in circolazione impegnato tra l’America e Bugliano per lavorare sul virus. Le sue ricerche andavano a rilento per varie ragioni e io, già all’epoca bug chaser insaziabile, non potevo partecipare ai suoi esperimenti e ottenere il ceppo Biohazard in anteprima perché ancora non avevo compiuto 18 anni.
“Avrei voluto dire tutto già allora”, ha insistito Eliana. “Poteva essere una buona occasione per noi due di rivelare al mondo il nostro vero legame.”
Forse non le è chiaro cosa significhi non dirlo a NESSUNO? Atalanta è scomparsa il 23 maggio 2014 per cui tale identità non esiste più, solo il nostro HIV ne è consapevole, vivendo nel nostro sangue. E lui certamente non fa la spia, o al massimo può rivelarlo a qualche nostro fratello virale.
Alison Grant, 2014: verso il coming out
Don’t stop me now! Sulle note di questa canzone, avevamo alzato le braccia al cielo: un nuovo traguardo era nostro ed Eliana era sempre accanto a me senza perdere un passo. Abbracci, baci e congratulazioni arrivavano dai nostri familiari e amici per l’ennesima vittoria e io avevo stretto più forte del solito la mia amata. Era quello il momento opportuno per il coming out, ci sentivamo invincibili.
“Guarda che io ho capito cosa c’è tra voi”, mi diceva zio Raymond. “Smettete di nascondervi e alla peggio potrò ospitarvi io in casa tutte e due! Si va anche in America, dovesse servire.”
Stavamo al settimo cielo. Appena ritirati i gadget dell’associazione sull’HIV, ci saremmo dichiarate davanti a tutti e anche in diretta video se fosse stato necessario. Chissà se oltre ai soliti portachiavi, nastrini e opuscoli vari poteva scapparci anche qualche bel virus.
I gazebo dell’associazione erano pieni di fiocchetti e adesivi contro l’AIDS dove si leggevano slogan vecchi di decenni, c’era persino un tale mascherato da Batman che vendeva un libro con disegnato uno scorpione in copertina mentre recitava una ridicola cantilena: “Morto di fame, HIV torna nel letame. Morto di fame, HIV torna nel letame.”
Zio Ray mi parlava sempre di questa Bugliano Lotta Anti HIV la cui sigla, “Blah”, fosse perfettamente in linea con l’identità di quel gruppo. Faremo, ci attiveremo, tanta provocazione e gente che sbraita ma per il resto solo blah, blah, blah. E di quel nome andavano orgogliosi! Contenti loro…
In un altro momento io ed Eliana ce ne saremmo andate da un simile delirio, invece quel giorno ci sentivamo particolarmente forti e abbiamo affrontato Batman: chi disprezza compra, amico. Tu insulti il virus perché sei un chaser represso e neanche davanti allo specchio saresti in grado di ammetterlo.
Ci saremmo aspettate altre urla e strepiti, ma l’uomo si è avvicinato e mi ha accarezzato su una spalla. Ancora oggi sento il contatto della sua mano viscida che mi fa le radiografie con le dita!
“Senti bella”, mi aveva sussurrato all’orecchio. “Vedi di non ficcare più di tanto il naso altrimenti la tua amichetta fa la fine di sua zia. Intesi?”
Sapevo che la zia di Eliana era stata uccisa diversi anni prima ma quell’argomento per lei era una specie di tabù, così come lo era discutere sul legame con suo padre. Ancora una volta stavamo tra due fuochi e per non angosciarla troppo ho chiesto a mio zio Ray di portarci a casa, perdendo l’opportunità del coming out.
Guai se non ci fosse stato Raymond, a quest’ora probabilmente saremmo morte entrambe da tempo; il fantomatico Batman si è messo a inviare messaggi minacciosi sul mio telefono e per un pezzo ho fatto finta di niente con Eliana, correvamo come sempre e ci coccolavamo davanti al solito albero. Finché quel maledetto 23 maggio 2014 mio zio ha deciso che, volente o nolente, dovevo andar via con lui. “Per proteggerti e farti studiare come si deve”, si era giustificato davanti alle mie proteste. “La posta in gioco è troppo alta e tieni a mente che mai nessuno porterà via ciò che è tuo. Questa è la regola!” Lo stratagemma della pipì, sempre efficace, mi aveva permesso di allontanarmi e simulare un sequestro.
Eliana Solari, 2022: destino già scritto?
Povera Ali, neanche lontanamente potevo immaginare cosa fosse accaduto davvero! E se ora ci siamo ritrovate dopo tutti questi anni, qualcosa vorrà pur dire!
Può darsi che Ray Still avesse ragione, ci illudevamo di aver sepolto il passato poi l’inattesa telefonata di Floyd Turnpike il giorno dell’incidente aereo, ha cambiato la mia esistenza per l’ennesima volta: mio papà era morto in quella sciagura, ma il suo sacrificio aveva salvato la vita al mio futuro gifter e alla ragazza che ho amato di più al mondo e che credevo perduta per sempre.
“Hai visto? Adesso neanche abbiamo più il problema di coming out e cose varie, il nostro legame è indissolubile!”
Si muovesse a guarire questa maledetta febbre, la riporterei al parco e ci metteremmo sedute sotto l’albero, magari insieme al nostro gifter. Com’è strano, mi vergogno di raccontargli tutto anche se vorrei ringraziarlo per aver inconsapevolmente blindato il nostro rapporto.
“Ray ce l’aveva detto. Ciò che è tuo, nessuno te l’ha portato via. Però adesso muoviamoci se vogliamo finire. O la febbre ti fa dimenticare il nostro lavoro?”
Controvoglia stacco il mio tablet dal cavo di ricarica e guardo nel mio zaino, il microfono non c’è più! Dovrei registrare la lezione virtuale di Yoga per la pagina social del centro benessere e la pubblicazione sarebbe tra poche ore… Niente, non si trova.
Anche Alison rovista nel suo zaino, col medesimo risultato. “Eppure quando me l’hai dato l’ho nascosto bene”, mi dice preoccupata. “L’avevo messo dentro la tasca dove tengo i trucchi. Sei sicura di non averlo tu?”
Ci do un’altra occhiata, è sparita anche la busta coi trucchi, l’unico ad aver potuto metter mano può essere stato Floyd Turnpike quand’è venuto a vedere come stavo. Io e Ali eravamo addormentate come ghiri e neanche l’abbiamo sentito uscire. Resta solo da mandargli un messaggio in chat: “Turnpike, mi spiace disturbarla ma ha preso lei i nostri trucchi? Come ci facciamo belle adesso?”
La risposta non si fa attendere, ma arriva sul telefono di Ali come messaggio audio: “Corri, Atalanta! Corri e vieni a prenderteli!”
Floyd Turnpike, l’uomo vestito da Batman. Quelle voci si assomigliano davvero troppo e se ci ha scoperto sono guai seri. per tutte e due. Quando potremo mai essere felici, noi?