Domande fastidiose in ordine casuale

Tempo di lettura: 2 minuti

Qual è una domanda che odi che ti venga posta? Spiega.

WordPress arriva puntuale e noi recepiamo il messaggio. A dire il vero, la domanda che odiamo di più è già stata sviscerata nell'articolo: Ma voi due state insieme? A questa abbiamo già risposto lì allora noi aggiungiamo quelle che ci vengono poste personalmente; sul tema potremmo scrivere un libro viste quante sono, per cui ci limitiamo soltanto a pubblicare quelle più vicine al nostro lavoro di scrittura e gli argomenti che bene o male affrontiamo. Rispondiamo singolarmente dividendoci il lavoro sporco.


Elettrona: se sei cieca come fai a bloggare?

Computer e smartphone parlano. Chi nativamente chi tramite software aggiuntivo gratuito o a pagamento, questo non è un blog tecnico perciò andatevi a cercare la definizione di “screen reader” o “lettore di schermo” su Wikipedia. Bloggare? WordPress ha un buon supporto screen reader, già parlato dell'argomento durante il WordCamp 2021

Casomai sono alcuni plugin, funzioni aggiuntive, ad avere problemi ma di nuovo: questo non è un blog per spiegazioni tecniche! A proposito di blog c'è una sottodomanda: “perché se siete una persona vedente e una no, non curate le immagini?”

Perché sarebbe un lavoro immane e vincolare Alex per fare da occhio almeno un'ora al giorno, non è cosa. L'occhio, il polo positivo, c'è quando può e aiuta come può allora un componente aggiuntivo che crea immagini automatiche è più che sufficiente. Non usiamo intelligenze artificiali bensì un database interno. Per il resto è un sito di scrittura cosa ce ne frega del disegnetto?

Gifter: un'amicizia così solida non può degenerare?

Oooooh! Che czz di domanda è? Sono felicemente sposato con un uomo, basta e avanza; con Elettrona potrebbe succedere di crescere maggiormente col progetto web fino a diventare un libro in formato digitale e/o audio; questo è proprio il massimo che nel gioco delle probabilità al momento impossibili, possa accaderci ma viste le reciproche situazioni personali e lavorative, prima che noi facciamo un libro l'Italia ha tempo di trasformarsi in uno zoo (siamo sulla buona strada ma ancora manca parecchio specie sapendo che molti fra scimmie e bradipi si ritengono ancora degli esseri umani).

Elettrona: come immagini il tuo amico blogger e l'hai toccato per conoscerlo realmente?

Contrariamente a quanto mostrato nei peggiori libri o film tv, “toccare per conoscersi” è uno stereotipo insensato costruito dalle persone vedenti per le quali il volto -giustamente- è il primo dettaglio a contatto diretto con la vista, che è il senso più immediato. Noi abbiamo altri parametri e, per esempio, “toccami per conoscerti” è già un parametro per tenerti alla larga. Poi se c'è confidenza esistono abbracci, baci, mani sulla spalla e così via ma i confini sono netti. Vale anche per il mio collaboratore.

Gifter: com'è stato il rapporto fra un sieropositivo e una cieca?

Semplice: ci siamo stretti la mano e presentati. “Piacere, sieropositivo!” “Piacere, cieca!” In cosa l'HIV potrebbe fare la differenza visto che non si trasmette col normale contatto umano? Cos'altro potrei rispondere? Abbiamo già detto abbastanza su questo, nell'articolo sulle eventuali interviste per i blog. Potremmo entrambi andare avanti all'infinito con le domande VM18 e relative risposte a tono ma oltre a far uscire un articolo enorme, rischieremmo di venir esclusi dalla piattaforma WordPress che in merito ha delle regole molto stringenti.

Nessuno ha mai avuto il coraggio di chiederci perché abbiamo adottato la narrazione del “mondo al contrario” piuttosto di un racconto anti-discriminazione sugli animali come facevano gli antichi. Le domande sensate, anche oggi ci arriveranno domani.

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26 commenti su “Domande fastidiose in ordine casuale”

    • La curiosità è quella che ci ha portato a evolverci e non c’è dubbio su questo. Il problema è che la tv del dolore, i giornali scandalistici, e negli ultimi anni anche i social hanno contribuito ad alimentare quella che non è più curiosità, bensì morbosità. Noi siamo abituati a usare l’ironia per rispondere a tono ma a un certo punto viene da prendergli le teste e sbattergliele sul muro! Garantito che il muro si rompe.

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          • Magari essere stupidi non è una scelta però essere ignoranti sì. Se invece di scrivere nella form contatti certe domande idiote, andassero in Google o Wikipedia a informarsi sulla specifica condizione, non sarebbe sbagliato. Certo Google non ti spiega come fa un cieco a pulirsi il culo o come fa un HIV positivo a non aver paura di schiattare da un momento all’altro né di trasmettere il virus al partner; però i concetti di base ci sono in rete e anche se non c’è la risposta secca, almeno trarre le conclusioni potrebbero! Ci riescono pure quando si tratta di dire “lavorano insieme, pensano allo stesso modo, quindi sono una coppia”. Ed è falso. Perché al resto non arrivano?

          • Io sono ormai oltre trent’anni che lavoro in coppia con collega balordo, mai avuto tentazioni di mettermi insieme a lui.
            PS Passo più ore con lui che con dolce consorte.
            Rideteci su e prendeteli in giro con risposte divertenti.

          • In molte situazioni abbiamo imparato a ironizzare, altrimenti mai saremmo riusciti a creare Il blog di racconti sul Mondo Positivo e il virus HIV che parla. Quello che però le cosiddette “””persone normodotate””” faticano a capire è che il “dai, fatti una risata, no?” Non sempre funziona poiché, le offese perpetrate, fanno male ed è anche faticoso da spiegarlo perché se non lo provi sulla pelle non puoi comprendere la sfumatura tra “presa in giro” e “scherno”. . E se nei confronti delle reciproche condizioni siamo abituati all’auto-ironia, quando una persona (specialmente uno sconosciuto) ci importuna intimamente, c’è davvero poco da scherzare. La molestia e il bullismo sono molto difficili da affrontare con l’ironia e sono perfettamente riconoscibili rispetto alla singola domanda stupida sulla quale possiamo anche ridere.
            Difficile da spiegarlo ma possiamo parlare tutti e due allo stesso modo pur vivendo condizioni diverse:
            – quando una persona fa certe domande intime sulla cecità, vedi “come fai sesso” o “come ti pulisci il culo”, in quel momento non dimostra di essere una persona genuinamente curiosa; sta immaginando se stessa in condizione di deficit visivo, si vede le mani sporche demmerda perché non riesce a pulirsi, e te lo sbatte sulla faccia proiettando il PROPRIO limite su di te.
            – se uno chiede alla persona con HIV “ma come fai a non aver paura della morte / a vivere normalmente / tuo marito fa sesso con altri, vero? Usate il preservativo, e se si rompe? Come fate con posate/bicchieri? Fosse capitato a me, mi sarei ammazzato” … Stessa cosa: la persona che fa domande simili sta proiettando su di te i suoi pregiudizi. Uno stigma che ha un nome, SIEROFOBIA, e occorre iniziare a identificarlo per quello che è per combatterlo.
            Noi fin dove ci è possibile ironizziamo ma quando ti senti lo sconosciuto infilarti le mani nelle mutande come fosse un suo diritto, sulla difensiva ci mettiamo e come.

          • Capisco quello che dici ma certi pregiudizi è impossibile eliminarli è come voler eliminare la stupidità. Uno ne prende atto e si comporta di conseguenza. Io da quasi anziano ho eliminato tutte le amicizie tossiche e anche qualche parente.
            Il problema della morte è un problema di tutti io l’ho raccontato nel blog che da vegetariano, astemio, mai fatto uso di droghe ne fumato donatore di sangue almeno due volte l’anno mi sono trovato a fare i conti con la morte. A tutti poteva capitare ma non a me mi ripetevo.
            Su certe domande non capisco il senso come si fa sesso o come si va al cesso, tuo marito fa sesso con un altro, non basta essere stupidi ma si va oltre, fossi io li uccido a forza di battute e insulti.
            Capisco la vostra sofferenza nel sentirsi fare domande idiote ma non c’è scampo non ci sono leggi o altro che vi possono salvare da questo.

          • O dio: sul “non ci sono leggi” c’è sempre la 67/2006 sulla discriminazione, poi la diffamazione, certo non possiamo né vogliamo passare la vita a suon di carte bollate ma la gente deve capire che noi alziamo la testa e ci facciamo rispettare, troppo bene sono abituati con troppe persone con disabilità, omosessuali e così via, che sono rimaste per anni in silenzio accettando “quello che viene” perché “non si può farci niente”. Adesso basta, cazzo, basta. E dove l’ironia -che è sempre la corsia preferenziale- non arriva, c’è pure tutto il resto. Certa gente per quel che ci riguarda deve pentirsi solo di esistere.

          • La discriminazione e la diffamazione sono cose diverse da fare domande idiote.
            Qui si passa di livello e si va in un altro campo.
            Ma tenere separate le due cose mi sembra giusto.

          • Certo, la domanda idiota però è il passaggio precedente. Se tu hai un pregiudizio sei portato a comportarti di conseguenza perciò anche a discriminare! E vale per qualunque tipo di condizione da quelle correlate alla salute, all’immigrazione, e così via. La domanda idiota e genuina può anzi costituire la volontà di combattere il pregiudizio, quelle morbose al contrario servono per alimentarlo: che gli rispondi in modo ironico o seccato, tali persone troveranno sempre qualcosa da dire. E sempre in linea coi loro preconcetti, perché non gli rispondi come loro si attendono.
            Domande idiote passaggio precedente alla discriminazione, sì, perché se sei il datore di lavoro in un’azienda e hai il pregiudizio secondo cui un cieco non sa/non può usare il computer e se lo fa commette un sacco di errori, ecco, tu il curriculum di un cieco non lo prenderai mai in considerazione; o, a livello ancora più primordiale, se sei convinto che se uno non vede non è in grado di firmare, ti impunterai e gli chiederai “un tutore” malgrado la tecnologia supporti (firma elettronica compresa), su certe cose non ti informerai mai e discriminerai le persone perché credi di stare nel giusto. Ecco perché certi atteggiamenti vanno fermati PRIMA.

    • [Elettrona] – domanda fastidiosa da record proprio oggi:

      “Secondo te, i gay, puzzano? Tu ne conosci diversi e siccome non ci vedi sicuramente vivi certe sensazioni meglio di noi”

      Non sapevo se ridere o piangere e poi, compresa la provocazione, rispondo:

      “Beh, gay o etero una persona puzza, se non si lava. E poi, confermo che provo certe sensazioni più di altre e tu, stronzo autentico, puzzi a chilometri di distanza anche se ti fai cinque docce al giorno”.

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      • Certo che frequenti brutta gente. Questo è idiota allo stato puro-
        Noi al delirio ( lavoro ) abbiamo due che hanno dichiarato di essere gay, oltre qualche battuta alle spalle da parte dei più stupidi sono ben voluti da tutti. Uno grazie a me e al collega balordo è stato assunto a tempo indeterminato.

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        • [Gifter] – io al massimo puzzo da fritto perché vicino a casa mia c’è un locale di fritti allora accade che quando stendo i panni all’aria si impregnano.

          La nostra attività di blogging “non convenzionale” attira gli stupidi come la m… 💩 attira le mosche è questo il problema allora si piglia e si risponde a tono.

          Nota di colore: sarebbe stato un bello spettacolo aver avuto i due colleghi gay come coppia e a offrire il rinfresco in occasione di eventuale unione civile. Proprio sì! Io l’ho fatto anche se mio marito non lavora con me!

          Quando porti da mangiare e da bere è sempre un motivo per gli altri di volerti bene questo è sicuro.

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          • Uno dei due si è appena lasciato col fidanzato e la mamma gli ha chiesto se può continuare a sentirlo erano anni che stavano insieme.
            Vedi che i tempi stanno cambiando.

          • [Gifter] – questione di amore e intelligenza più che di “tempi” a volte senti addirittura nonni amare la persona LGBT infinito e oltre, vedi il paradosso dei genitori che ti odiano e i nonni che stravedono per te

        • [Elettrona] la puzza di fritto è un brand del Gifter, un po’ come le strisce sull’abbigliamento e scarpe dell’Adidas!

          sulle frequentazioni: in effetti quando non vedi le loro facce, non puoi capire subito che sono musi di merda! 💩 #ScherziamociSu, che è meglio.

          Una cosa seria invece su gay e odori, una ventina di anni fa conobbi una persona. Aveva le unghie lunghe e le mani lisce lisce, ma soprattutto si sentiva il profumo da lontano. Io ho stretto la mano e mi sono presentata, lui ha detto “piacere, Lorenzo”. Corrispondeva perfetto allo stereotipo del gay effeminato, e solo la paura di commenti pietistici sulla mia condizione mi ha impedito di dirgli “ah, se non me l’avessi detto ti avrei scambiato per una signora”.

          Poi magari sarebbe finita in vacca e avremmo cantato “non sono una signora” della Bertè tutti e due, ma quando non conosci una persona, è troppo alto il rischio di offenderla senza volerlo.

          Non voglio riprendere il sempiterno discorso che abbiamo già fatto sul “male negli occhi di chi guarda”, ma in un mondo pronto a criticarti su ogni singolo dettaglio, io capisco anche che a volte si va sulla difensiva anche quando non serve.

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  1. Credo che l’essere curiosi faccia parte di ognuno di noi. Sebbene io non vi abbia mai fatto domande dirette, è chiaro che mi sono anch’io interrogato sulle difficoltà di approccio ad internet per i non vedenti.
    E’ bello vedere che, in una comunità come la nostra, le differenze ed i problemi in qualche modo possano venire appianati.

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    • Una domanda sull’uso di Internet o della tecnologia ci può stare ma se arrivano a chiederti come fai l’amore o come ti pulisci il culo… O -nel caso del Gifter- “chi fa la donna tra te e tuo marito?” Ecco. Questo intendiamo; è questo, che non va! Questa non è curiosità.

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        • Purtroppo sì. Ma anche quella di “fai pochi errori di battitura e scrivi bene in italiano, sei troppo brava e veloce col pc non può essere che hai una disabilità visiva!” Oppure: “scherzi troppo, non può essere che sei sieropositivo!” Tutta gente che si trova spaesata perché i fatti gli smontano gli stereotipi. Gente limitata che poi se la piglia con noi perché semplicemente viviamo. Ah sì, e poi: “amicizia? E possibile che all’uno o all’altro non sia mai venuta voglia di farsi una trombata? Quanto deve essere frustrante per una donna star vicino a un gay / quanto deve essere frustrante per un uomo vedere ”la propria donna” con altri e non poter far niente perché ha ”scelto” di essere un f-word”…
          Cosa gli rispondi?

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          • “Cosa gli rispondi?”
            Nulla

            Diciamo che nel mondo web, appena uno “enfatizza”, o semplicemente “comunica”, una sua propria caratteristica (tifare Juve, essere di destra, essere vegano, fare sport estremi, eccetera) trova SEMPRE migliaia di imbecilli che gli daranno contro.

          • [Elettrona] – spesso ancora oggi dopo quattro anni che ci conosciamo, io e Gifter ne parliamo: le nostre condizioni non ci caratterizzano o identificano come persone ma se non ci fossero state, neanche ci saremmo conosciuti:
            Gifter mi ha contattata sul vecchio blog, ancora attivo fra l’altro, dove scrissi “perché ho disdetto Sky e non torno indietro”; la mail diceva semplicemente “sono Alessandro e sono curioso di capire se in qualche modo ti posso essere utile”.
            Credendolo un operatore di Sky ho scritto tutti i tecnicismi del caso dopodiché la conversazione è passata in vocale e ho scoperto che in realtà lui mi aveva “agganciata” per un video che mesi prima (novembre 2018) avevo fatto col mio ex compagno, e ancora disponibile su youtube “amore oltre l’HIV e la disabilità”.
            E ancora su questo scherziamo perché Gifter non si è messo a dire “ciao, sono un ragazzo HIV positivo in coppia con un HIV negativo e mi piacerebbe il confronto con un’altra coppia sierodiscordante”; quando ho conosciuto lo stronzo del Gifter, io e il mio ex ci eravamo lasciati da pochi mesi e stavo ancora nella fase “spegni e riavvia” quindi una mail del genere poteva solo farmi male.
            Quel video racconta la storia di due persone che stanno insieme; io poi ho aggiornato nei commenti spiegando che ci siamo lasciati, Gifter però da sconosciuto qual era, non lo poteva ancora sapere. L’intelligenza però gli ha impedito di “agganciarmi” parlando sul personale, disabilità o HIV che fosse. Da persona intelligente si è approcciato cercando informazioni su di me e trovando qualcosa che potesse avvicinarsi bussando. Però se fossimo stati entrambi vedenti e senza “nulla di particolare” probabilmente saremmo degli emeriti sconosciuti destinati a non incontrarci mai.

          • e col confinamento da emergenza covid a marzo 2020 guai se non ci fossimo stati uno per l’altra; il background che già avevamo ci ha permesso di non andare -più di tanto- in crisi. Quando lo stigma che già conosci sull’HIV, è proiettato su larga scala per un altro virus molto più trasmissibile, tu già sai affrontare la cosa ma speri che gli altri imparino in qualche modo a empatizzare con te visto che si trovano anche loro catapultati nella dimensione dello “stammi lontano” senza una ragione immediatamente comprensibile. Invece a distanza di tre anni ci siamo resi conto che quelli già consapevoli e attenti prima, hanno continuato a esserlo senza farsi condizionare dall’irrazionalità. Quelli sierofobici da prima, invece lo sono diventati peggio. Essere tenuti anche loro a distanza fisica, non ha fatto loro capire che la sierofobia fa male; si sono chiusi ancora di più. Il problema non sono i virus, sono loro!

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