Grigliata di ferragosto alla Pro Loco di Bugliano. Però è monotematica, possibile che non si possa mangiare qualcosa di diverso da salsicce e cetrioli?
Tatiana/Bulsara: Ferragosto? Indecisione
15 agosto, mattina: sul più bello che dopo una nottata in bianco ero riuscita a dormire, qualcuno ha pensato bene di aprire la porta svegliandomi di soprassalto. Una persona fidata di sicuro, visto che pochissimi hanno il badge per entrare da me.
Non amo molto il ferragosto e, dopo che erano saltate le vacanze con mio padre, a maggior ragione avevo deciso di non andare alla festa in Pro Loco restando a letto fino a ora da destinarsi; tanto, per il pranzo, chi se ne importa perché di solito in sala break qui al Campus il frigo è sempre pieno!
“Che cazzo vuoi, Adri!” Le mie risposte non sono tra le più educate se vengo svegliata così; un conto è che lui mi si avvicini per farmi le coccole, ma sentirlo aprire la porta e stare in silenzio quando dalla sera prima sa che voglio rimanere tranquilla, mi ha fatto innervosire.
Lentamente, i passi della persona si sono avvicinati ancora di più al letto e ho iniziato a spaventarmi riconoscendo il rumore delle ciabattine da piscina e sono consapevole che Adri non usa indossare quel tipo di calzature, piuttosto ha i sandali o va a piedi nudi. Istintivamente mi sono appiattita con la faccia addosso al muro, almeno se era il dissanguatore che facesse un po’ di fatica ad arrivare alla mia gola! Stesa a letto, senza lenzuolo, in camicia da notte e col culo mezzo fuori quale arma avrei potuto usare contro di lui?
E difatti è proprio il sedere che una mano calda mi ha toccato, facendomi trasalire.
“Sono io Tatiana, mi è stato chiesto di svegliarti! Buongiorno!”
Chiunque mi aspettavo di vedere nella mia stanza e soprattutto prendersi la confidenza di toccarmi, tranne Benjamin Bruckner! Indossava solo un paio di boxer e le famose ciabatte da piscina. “Mi fa paura, prof! Le sembra il modo, sì?”
Solo per il bene che voglio a suo figlio Hunter non gli ho dato un pugno, perché non accetto relazioni intime coi miei insegnanti. Lui però, quando ho respinto il suo contatto, si è messo a ridere:
“Lo vedi in quale condizione siamo? Mezzi spogliati e insieme sul letto. In più abbiamo lo stesso virus, piantala di chiamarmi professore! Io sono Ben!”
Ammetto che non è assolutamente male come uomo, ma cosa penserebbe Hunter se andassimo oltre? Ho fatto finta di niente, e scocciata gli ho chiesto chi gli avesse dato l’incarico di venire qui.
“Non è chi pensi tu, Adri è impegnato con Floyd Turnpike. Stanno già alla Pro Loco ad aiutare Rocco De Rocchis a cucinare; hai idea quante salsicce ci sono? Dovrei esserci anch’io se solo tu ti muovessi e venissi con me.”
Cosa c’entravo io con quella festa! Quante volte dovevo ripetere che la grigliata non mi piace!
“Ah, capisco. Tu preferisci le salsicce quando ti vengono date con tutto il maiale, giusto?”
Mi sono morsa le labbra quasi facendo uscire sangue, pur di trattenere l’arrabbiatura che mi stava salendo. L’irreprensibile professor Bruckner faceva battute sessuali come i peggiori maleducati dei bassifondi buglianesi? Mi sono alzata dal letto, gli ho dato le spalle e allargando le braccia ho respirato a fondo come mi ha insegnato la maestra di Yoga ancora anni fa quando stavo a Chicago; dopo qualche minuto così, mi sono decisa e gli ho chiesto se l’avesse mandato qui Hunter.
“No, Bul”, mi ha risposto; “non so perché odi la grigliata ma se vieni con me, ti faccio sedere vicino a lui. Siamo tutti a bordo piscina in costume, trai da sola le conclusioni! Potete fare quello che volete anche davanti ai miei occhi, a patto che ora ti sbrighi!”
Solo Freddie mi chiama Bul, gli altri per abitudine ancora usano il nome Tatiana. Forse Bulsara è troppo insolito? Ma se Ben ha azzardato questo diminutivo il significato può essere soltanto uno! Pensando già al dopo pranzo in acqua con Hunter, mi sono fatta una rapida doccia.
Sono uscita dal bagno in costume, vestito leggero e sandali coi capelli ancora umidi sciolti sulle spalle. Tanto, ci dovevamo bagnare ancora!
Non c’è voluto molto per raggiungere a piedi la Pro Loco, e appena siamo arrivati ho avuto la lieta conferma su chi avesse tanto voluto la mia presenza.
Freddie: prima grigliata ufficiale in Pro Loco!
Da quando mi hanno costretto a darmi per morto chiudendo la mia carriera musicale, qui a Bugliano ho svolto un sacco di lavori che non mi sarei mai aspettato compreso aiutare nel restauro della biblioteca al Campus e dipingere la sede della Pro Loco. Ma questa volta ho dovuto dare una mano a cucinare la grigliata, dopo che per una vita ho sempre lasciato gli altri occuparsi di come si prepara da mangiare.
“Cazzo quanto sei imbranato”, mi ha spronato Adri; “va bene che sei uscito dalle grinfie di ChaserGiulia e non ti invidio ma è già la quinta salsiccia che bruci.”
“E quelle che gli sono venute bene se le è mangiate”, ha aggiunto Floyd Turnpike levandomi il vassoio dalle mani. “Lascia stare, Freddie, ci penso io! Meglio che ti pulisci e vai a tagliare la verdura. Almeno lì si spera che tu non ti faccia male!”
Dopo le rivelazioni fatte a Giulia sulle persone a lei vicine speravo di venire in Pro Loco per rilassarmi, il primo ferragosto in cui potevo festeggiare con gli altri buglianesi senza dover indossare la maschera; anzi, ero in mutande e già stavo pregustando il relax in piscina perché tanto, Benjamin e la mia Bulsara dovevano essere qui a momenti. Invece dannazione a loro e il loro ritardo!
Mi sono seduto a un grande tavolo in legno, fortunatamente all’ombra, dove una infinità di ce trioli aspettavano solo di essere sbucciati; c’era Alison seduta accanto a me, indecisa sul da farsi.
“Freddie per fortuna ci sei! Almeno è arrivato qualcuno per darmi un aiuto! Io qui ne ho tagliati una cinquantina ma ancora De Rocchis dice che non bastano.”
Un giorno o l’altro parlo io con quello; appena sono arrivato l’ho visto sulla sdraio a prendere il sole e sua figlia Siria spaparanzata dentro la piscina, tutta nuda. Possibile che siano sempre gli altri a dover dare una mano? Pro Loco, gestione familiare, ma dove!
“Tu non sai quale scena ti sei perso”, mi ha sorriso Alison porgendomi il coltello. “Rocco De Rocchis e il suo socio Pierino se ne sono andati appena tu hai iniziato col fuoco. Si sono uniti agli altri negativi per andare al puttan tour!”
E chi può aver dubbi in merito, mi avevano anche invitato ma Freddie non fa (più) queste cose! “Sei non rilevabile”, mi diceva De Rocchis; “non puoi trasmettere il virus alle ragazze in vendita, o sbaglio? Avanti, di cos’hai paura? Vieni che ci divertiamo!”
Beato lui che ne è convinto! Ho inventato la storia del “non rilevabile” onde evitare che Giulia insistesse per la conversione, così da poterla tenere al sicuro in regime di Prep fino alla fine dei tempi ma la realtà è un’altra: posso essere un gifter anche molto prolifico, se voglio.
Invece mai e poi mai accetterò di passare del tempo con delle ragazze che vendono il proprio corpo; anzi sono sicuro, questo sfruttamento finirà e non deve in alcun modo venir associato alla nostra Pro Loco! A costo di far dimettere Rocco De Rocchis e prendere il suo posto anche se non sono nato a Bugliano come prevede lo statuto.
In quel momento però non c’era tempo di pensare. Mi sono seduto sulla panchina di fronte al tavolo e, facendolo, ho spinto la povera Ali sul bordo per costringerla ad alzarsi.
“Tu sei incinta Alison, meglio che vai a sdraiarti sotto l’ombrellone! Qui mi arrangio io!” Lei mi ha mostrato orgogliosa il pancione, appena sporgente: “è una bambina, Freddie. Il mio gifter voleva il maschio ma cosa posso farci? Sono ormai cinque mesi quasi sei!”
Ho sentito dei passi avvicinarsi, e finalmente li ho visti: Benjamin, e mia figlia Bulsara che a sentirsi chiamare Tatiana da Alison, si è innervosita.
“Io vado da Turnpike!” mi ha detto subito il prof. Bruckner, senza quasi salutarmi; “e guai se vedo ancora Alison spaccarsi la schiena a lavorare in cucina. Ali, vatti a riposare che qui pensano Freddie e Bul!”
Grazie al cazzo. Ho capito che la Pro Loco ha pochi soldi, ma se invece di farmi lavorare mi avvertivano che c’era bisogno di personale forse avrei cercato qualcuno finanziando anche la VisitBugliano dove necessario.
Ben e Ali si sono allontanati e mia figlia si è seduta accanto a me, col muso più lungo della superstrada se possibile. Ho conosciuto Bulsara da pochi mesi ma sufficienti per capire anche se non parla, che lei vorrebbe essere in tutt’altro posto.
“Mi dà fastidio solo l’odore di quella carne”, mi ha confidato; “forse mangerò solo verdura ammesso ci sia qualcos’altro e non solo questi cetrioli.”
Entrambi abbiamo dato un’occhiata alle cassette ancora piene, però ahimè non si vedeva altro. Niente carote o zucchine, né cipolle o insalata, cetrioli e basta. Salsiccia e cetriolo! Grigliata palesemente allusiva e monotematica.
Tatiana/Bulsara: quando i ricordi ti perseguitano
Pur felice che Freddie fosse tornato sano e salvo, non riuscivo a parlargli. L’odore delle salsicce in cottura mi penetrava nel cervello e ogni secondo facevo di tutto per trovare una scusa e allontanarmi; maledizione a De Rocchis, al Ferragosto e tutto quello che ci andava dietro. Solo il pensiero di Hunter mi teneva lì, sapevo che prima o dopo avrei potuto abbracciarlo e andare anche oltre. Almeno speravo che fare questo sacrificio valesse la pena!
“Perso la lingua, Bul?” chiedeva mio padre ogni tre per due. “Dov’è la mia piccola virale e sorridente? Dai, non dirmi che soffri per amore?”
Gli ho rivolto un cenno di assenso con la testa e ho guardato verso la piscina, dove già un po’ di gente si stava accomodando. Il tempo di notare il tatuaggio scorpione di Hunter, e il coltello mi è scivolato finendo per tagliarmi un dito.
La ferita non perdeva troppo sangue, però quanto cazzo devo aver urlato! Una ragazza con addosso mascherina e guanti è arrivata di corsa, presumibilmente dall’ingresso della Pro Loco: “Sono Manuela Alamari”, si è presentata. “Addetta alla sicurezza. Cos’è successo? Tutto questo casino per un taglietto? Io non vedo altri problemi qui!”
Solo altri cento cetrioli almeno da tagliare e io non ne ho alcuna voglia. Se può pensarci lei…
“Piuttosto di stare come una scema dentro in Pro Loco ad aspettare che qualcuno si faccia male, io non devo fare niente per cui taglio volentieri!”
E brava Manuela, ha preso il nostro posto così io e Freddie ci siamo rifugiati in bagno. Finalmente una zona che puzza di sicuro, ma senza l’odore della carne alla griglia.
“Io ho già visto quella ragazza, tu?” Freddie pareva inquieto, assorto in qualche strano pensiero. “Forse mi confondo perché ha la mascherina però mi pare tanto un’altra persona…”
Non ne avevo la più pallida idea; mai vista prima, si è presentata come Manuela Alamari, indossava un’uniforme con scritto “gendarme a vita” e poi chissà. Finché taglia le verdure al posto nostro comunque, va bene qualsiasi persona.
“Sempre incazzata, Bul, si può sapere cos’hai? Ora che siamo soli parla, ti prego! Sono tuo padre, o lo hai dimenticato?”
Di fronte all’insistenza di Freddie non potevo più evitare il confronto! Senza volerlo mi ero tagliata il dito nello stesso punto in cui ero stata ferita in passato: durante l’ultima grigliata di Ferragosto prima di trasferirmi al Campus, la mia ex amica ChaserGloria aveva organizzato un brindisi trappola con la finalità di rubarmi l’HIV.
“Il virus non si ruba”, aveva precisato Freddie. “Al massimo si può trasmettere ma nessuno te lo porterà via.”
Ho urlato un’altra volta, inveendo contro la ragazza che aveva osato narcotizzarmi e ferirmi; almeno ora è affogata nel fiume e non può più fare del male!
Raro che succeda ma quando sono sollecitata mi vengono le crisi di pianto, e quello era proprio un momento così; non avevo fazzoletti e cercavo di lavarmi con l’acqua del lavello.
“Dai, su, non fare così, è tutto a posto!” Freddie ha cercato di consolarmi e pulirmi il taglio, inconsapevole di avermi risvegliato con quella frase un ricordo d’infanzia.
“Mi sento in colpa”, si è quasi commosso lui; “avrei dovuto ribellarmi a chi mi ha imposto la finta morte. Dovevo cercare tua madre, ti avrei portata con me quando eri piccola invece mi hanno obbligato a perderti. Avanti, andiamo e ti porto dal tuo Hunter.”
E che colpa ne aveva lui se mia madre era stata uccisa? Da quanto ho appreso, Freddie neanche sapeva della mia esistenza perché gli era stato impedito di averne notizia a causa di uno stronzo che gli aveva tenuto nascosta la lettera di mamma.
E non era colpa sua se ero finita in Russia, poi in America con una madre adottiva crudele che mi ha abbandonato in ospedale dove ho visto morire un uomo accoltellato, e un’infermiera aveva provato senza successo ad adottarmi.
Sconvolto per quanto gli raccontavo, Freddie poteva solo prendermi per mano e accompagnarmi fuori. “Senti piccola. Aggiustare il passato non si può, ma abbiamo tutte le possibilità del mondo per essere felici ora! Andiamo da Hunter!”
Alison: quant’è piccolo il mondo!
Si stava bene seduti a bordo piscina; Adri, il mio gifter, era sempre stato accanto a me e si era mangiato un vassoio intero di salsicce lasciando a me solo i cetrioli: “sei incinta, il maiale ti è pesante!” Da quando mi ha dato il virus si preoccupa eccessivamente e io sono troppo legata a lui per mandarlo al diavolo, per cui anche quella volta ho lasciato perdere accettando di finire una ventina di cetrioli sconditi.
La mia partner e sorella di virus non era voluta venire alla grigliata per colpa di alcuni turisti giunti al centro benessere in cui lavora, proprio durante il ferragosto. Quindi le è toccato far massaggi a profusione; non la ho invidiata per niente!
I vassoi con le salsicce sono passati di mano in mano e appena ho visto Adri confabulare a bassa voce con Floyd Turnpike, mi sono girata e ne ho agguantato una. Troppo salata a gusto mio, ma l’ho mangiata avidamente. Col caldo che c’era, non si poteva andare avanti a verdurine!
Adri e Floyd intanto si erano spostati con due salsicce in mano per ciascuno, così io ero rimasta sola perché Tatiana e Hunter parlavano in quella che pareva una riunione familiare con Ben e Freddie, più che una festa di gruppo.
Al passaggio delle ultime salsicce appena cotte, mi sono girata a guardare chi le stava portando; effettivamente i miei sospetti erano giusti!
Perché la ragazza col vassoio era vestita e portava la mascherina, quando persino Hunter era in mutande? Lui che di solito nasconde lo scorpione, non se ne stava vergognando più! E quella che segreti aveva?
Solo quando si è avvicinata di più a me porgendomi un paio di salsicce, ho capito chi fosse e l’ho chiamata.
“Rachel! Sei… Sei tu!”
“Hai sbagliato persona”, mi ha risposto lei; “io sono Manuela Alamari e adesso lasciami lavorare!”
Mi era venuto il dubbio di essermi effettivamente sbagliata ma poi ho visto Freddie guardarmi e annuire vistosamente: possibile, la conosce anche lui!
Come una furia, Floyd Turnpike è arrivato di corsa e mi ha preso per un braccio; era palese che fosse lì, nascosto da qualche parte, a guardare cosa io e la ragazza con la mascherina stessimo facendo.
La sua stretta e il suo sguardo non ammettevano repliche, ma sono state le sue parole a spaventarmi di più:
“Bene Alison Grant, sai che fine fa una persona quando parla troppo, vero? Tu e Freddie state diventando un serio problema per tutti!”
Senza dire altro, il poliziotto mi ha spinto in piscina. Ancora adesso, a distanza di giorni, faccio fatica a ricordare cosa fosse accaduto dopo quella frase minacciosa; mi sono solo svegliata sopra il tavolo dove prima si tagliavano le verdure, con Adri che mi teneva una borsa di ghiaccio sulla fronte.