Le vittime del Dissanguatore chiedono giustizia!

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Purtroppo il killer dissanguatore dei positivi ha ucciso più persone di quanto crediamo; Conosciamo solo tre vittime ma nel mondo ce ne sono altre e, come al solito, i Poteri Forti non cielo dicono.

Il virus insieme a Freddie, Tatiana e Nucleus vogliono organizzare una protesta pacifica per chiedere giustizia.


Virus: il male minore

Per i miei umani sarà molto difficile accettare questa situazione ma gli svenimenti sono stati la soluzione più semplice che ho trovato per renderli consapevoli di essere tutti in pericolo; avrei potuto anche prendere un provvedimento ancora più estremo, a quel punto però sarebbe stato più facile perdere il controllo sulla loro salute e rischiare di uccidere qualcuno, un’altra volta.

Una delle citazioni più usate da loro è “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” e io la condivido in pieno, perché so alla perfezione fino a dove posso spingermi; ho usato il potere dell’AIDS un paio di volte da quando esisto, solo perché in due si sono infilati in un guaio più grosso di loro e non c’era alcun modo di recuperarli anche dopo averle provate tutte con le parole, gli svenimenti, la dissenteria e la febbre. No, quei due niente; testardi fino alla fine.

Specie l’ultimo caso è quello che mi è costato più fatica, neanche il dolore è bastato a farlo tornare sui suoi passi e così ho deciso di spegnere le sue difese immunitarie dalla prima all’ultima fino alla morte; invece, l’altro, credo che ancora oggi stia cercando di scusarsi con me. Dopo trent’anni in cui il mondo lo crede morto, mi auguro abbia compreso che a volte si possano fare danni anche con le buone intenzioni.

Ed è stato proprio lui, Freddie, a suggerirmi l’idea: dare al Dissanguatore ciò che merita, combatterlo con le sue stesse armi per accontentare gli umani in panico eliminando la causa immediata degli svenimenti.

In effetti, pur sapendo di provocare possibili problemi tra i miei più cari amici e i loro insegnanti, ho capito che la proposta aveva qualcosa di geniale.


Freddie: giustizia per Maria Sole!

Io e lei, finalmente abbracciati: mi avevano detto che era morta invece ora è qui, a fianco a me, addormentata sul mio letto dopo un incontro desiderato da troppo tempo.

You are my sunshine, my only sunshine. Vorrei cantargliela ancora ma non mi viene la voce; vedere la mia Maria Sole qui al Campus IBUOL, dopo tutti questi anni in cui l’ho cercata. Dopo aver più volte visto l’articolo di giornale sulla sua morte, mi sembra ancora impossibile averla qui in carne e ossa accanto a me. Vorrei parlarle di nostra figlia, farle vedere quant’è cresciuta, chiederle com’è stato metterla al mondo. Ma la mia gola non reagisce.

“OOOOOH! ragazzi, maledizione! Siete svenuti di nuovo tutti e due!”

Una voce ha urlato e due mani gelide mi hanno tirato su a forza: no, Maria Sole era soltanto un fantasma e accanto a me c’era Tatiana, ancora priva di sensi; eravamo davanti alla porta del Campus.

Ancora. Come accade da troppi giorni: ChaserNucleus, l’unico positivo del Campus che non si è mai sentito male è venuto a soccorrerci.

“Non si può continuare così ragazzi, bisogna passare all’azione! Io so cosa occorre fare, voi? Freddie, sei tu che devi prendere una decisione e devi muoverti prima possibile!”

Basta. Davvero basta. Dopo che io e Tatiana siamo svenuti insieme per l’ennesima volta facendo la solita figura da rammolliti davanti a Nucleus, mi sono arrabbiato col mio virus: solo perché si chiama HIV di Bugliano si crede una divinità?

“Non è questione di essere superiori, da te mi aspettavo che non riuscissi a capirmi. Ma Tatiana? Cazzo Freddie! Io vivo dentro di lei da quando il seme tuo ha incontrato l’ovulo di Maria Sole! Ragazzi svegliatevi siamo in emergenza cazzo!”

Emergenza? Inizialmente faccio fatica a capire cosa HIV voglia dirmi, ma poi guardo Tatiana e l’abbraccio forte: lei, l’unico regalo per me di Maria Sole. Nostra figlia che il destino mi ha finalmente permesso di conoscere!

Mentre la stringo e sento il profumo dei suoi lunghi capelli puliti, il ricordo mi assale violento: quel 20 aprile 1987 quando mi svegliai con una sensazione di gioia incontenibile e inspiegabile.

Pasquetta, pensai allora, ed era una bella giornata di sole; non c’era ragione per una simile felicità, mi avevano appena diagnosticato l’AIDS e a quei tempi era una condanna a morte.

Sicuramente mi sarei infuriato se qualcuno, allora, mi fosse venuto a dire che io e HIV saremmo riusciti a parlare la stessa lingua diventando perfino amici e, nel 2021, quando Tatiana mi ha svelato che il 20 aprile è il suo compleanno io ho capito tutto: a pasquetta 1987 lei stava nascendo e io, pur non sapendolo, ero felice lo stesso.

Mio malgrado però, durante la colazione insieme al mio staff, ascoltare i discorsi spensierati su come trascorrere la Pasquetta aveva scatenato di nuovo la disperazione e io facevo di tutto per nasconderla. Non volevo se ne parlasse, avrei vissuto il più normalmente possibile fino alla fine.

“Lascia perdere i ricordi”, Nucleus è dietro di me e mi scuote per le spalle. “Dobbiamo sbattere in galera chi ha voluto morta la mamma di Tatiana e probabilmente anche la mia.”

Il ricordo è importante, invece; se il nostro HIV ha deciso di farci svenire davanti alla statua di Raymond Still un motivo c’è e io ho dovuto tenerlo segreto fino a oggi, sperando che il tempo da solo risolvesse tutto.

Raymond era carismatico e persuasivo già in quel lontano 1987, io vulnerabile come ero non ho avuto alcun dubbio sulle terapie a cui mi aveva sottoposto. Neanche quando prelevava sangue due volte di seguito senza mai consentirmi di leggere i risultati degli esami che sosteneva di farmi.

Solo più avanti ho capito cosa intendesse con una frase che usava per convincermi all’ennesimo prelievo: “il tuo sangue è una macchina da guerra, Fred! Il mondo ce lo invidierà.”

Quando scoprii tutto sarà stata fine 1989, inizio 90, non ricordo. Fatto sta che un attacco di tosse più violento di altri mi assalì appena terminai i miei soliti esercizi per la voce.

“Oh! Mi ascolti o no?” Sentii qualcuno parlare anche se non c’era anima viva intorno a me; l’apnea dovuta alla tosse poteva avermi allucinato?

Invece era tutto vero! Il mio HIV si fece riconoscere e mi raccontò di “HIV Boom”, un progetto su un’arma biologica nel quale eravamo tutti coinvolti: io, il virus, e altre persone.

“Tranquillo Freddie”, mi disse; “fidati di me. Io non mi farò usare in guerra, per nessuna ragione al mondo. Gli umani dicano quello che vogliono ma sono solo io ad avere l’ultima parola, quell’esperimento non riuscirà mai. Però tu non parlarne in giro, promesso?”

Come no! Io in un complotto contro l’umanità? Questa è buona! All’inizio non volli crederci ma quella stranezza mi fu d’ispirazione, così iniziai a scrivere il testo di un brano su un musicista malato che veniva sfruttato per un esperimento bellico; l’avrei inserito in un disco chiamato HIV Boom perché denunciare Raymond Still era il mio obiettivo, fosse anche stata l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia.

E come se non bastasse quella fu l’unica volta in cui ebbi una lite violenta col virus! Si arrabbiò a tal punto che mi ritrovai in breve tempo coi sintomi dell’AIDS, finché raggiunsi l’aspetto cadaverico ormai famoso grazie ai miei video e foto risalenti a quel periodo.

Tatiana è sconvolta e si stacca dal mio abbraccio per stringersi a Nucleus, che però le conferma tutto. “Io non ci sto, per me Raymond è stato come un padre”, lei si mette a piangere e quel paragone mi offende, ma cerco di mantenere la calma; forse è lo shock ad aver ridotto mia figlia così, e non la biasimo.

A questo punto come si può escludere che Still abbia fatto uccidere la mamma biologica di Tatiana? Cosa sapeva Maria Sole? Ormai non c’è più tempo di discutere o fare supposizioni!


Tatiana: la fine di un mito

“Ray è stato come un padre per me!” Con Freddie quella frase è indubbiamente fuori luogo. Avrei dovuto pesare le parole ma come faccio? Proprio chi mi è più vicino, il mio vero padre e il mio HIV, hanno voluto distruggere la persona più importante della mia infanzia.

Per consolarmi, Nucleus mi stringe fra le braccia e mi lascia giocare anche con le sue antenne, cosa che non mi ha mai consentito di fare.

“Dobbiamo protestare piccola,” Freddie mi guarda negli occhi e le sue parole sono un fiume in piena; “non c’è solo tua mamma. C’è anche Arianna, e Valentino, loro due sono dimenticati dal mondo ma vogliono giustizia come Maria Sole! Noi dobbiamo, dobbiamo sbrigarci. Hai capito Bul?”

Sono sua figlia e mi conosce alla perfezione, sa bene che quando mi chiama Bul io mi metto subito all’opera; d’accordo, qualcosa va fatto. Il problema è cosa!

Io e Freddie abbiamo saputo in questi giorni controllare la paura. Con Nucleus sempre dietro di noi e il nostro HIV, ci siamo sentiti al sicuro senza mai andare in panico per gli svenimenti, però ormai la situazione è insostenibile.

Adri e Alison stanno impazzendo chiusi da giorni nella loro stanza con la bambina, meno male tra Elias ed Eleonora si alternano per andare a fare loro la spesa e buttare i pannolini sporchi; ma se le cose non cambiano, qui prima o poi ci scappa il morto.

Sono questi i momenti in cui mi sento inutile: una laurea in fisica nucleare, un master in scienze spaziali in via di conclusione, e non posso aiutare i miei più cari amici in difficoltà. Adri poi, il grandissimo e stimato profiler, si fa prendere dall’ansia e non indaga su cosa stia veramente accadendo?

C’è una mosca sulla porta a vetri, che svolazza cercando una via d’uscita e Freddie punta il dito verso di lei. “Ecco Bul, vedi questa? Se ora le diamo la caccia non la prenderemo mai.”

Prima io, poi Freddie e Nucleus; chi con le mani e chi con le antenne prova ad avvicinarsi ma la mosca inizia ad allontanarsi; più la inseguiamo, più lei scappa.

“Se sul vetro ci fosse la carta moschicida lei sarebbe già morta”, continua a spiegare Freddie. “Perché se vuoi sconfiggere il tuo avversario devi imparare a pensare come lui. Mi segui? Non sono un poliziotto io, però questa è semplice!”

La mosca, va bene. Ma sconfiggere il dissanguatore pensando come lui? Cioè no, sono anni che mezzo mondo dà la caccia a questo e adesso ecco che Freddie Mercury lo ammazza col miele. Dai, non farmi ridere!

“Se fossi più piccola ti avrei dato uno sculaccione ed eliminato questo sarcasmo che hai, sono tuo padre e non mi prendi per il culo così!”

Nucleus, accanto a me, perde la pazienza e mi afferra per un braccio: “tu pensa quel cazzo che vuoi Tatiana ma se il virus ha voluto esporsi per dare giustizia ai nostri amici, dobbiamo sporcarci le mani anche noi. Credi che per HIV sia stato facile farvi svenire tutti? E per me starvi dietro ignorando chi parlava di radiazioni e voleva rispedirmi su Marte?”

Come se stesse affrontando un mostro, il marziano corre verso la statua e afferra i suoi piedi cercando di sollevarla dal piedistallo.

“Noi non possiamo toglierla perciò adesso prendiamo la vernice indelebile e il sangue finto! Ci stai?”

Sangue finto, non siamo mica a Halloween! Ma Freddie e Nucleus insistono: “Se vogliamo dare giustizia a Maria Sole e gli altri, dobbiamo far vedere a tutti chi era veramente l’adorato dottor Still. Avanti, che stavolta la setta killer dovrà vedersela con noi!”

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