Duro colpo per Floyd Turnpike e Adri: l’indagine svolta finora nel mondo dei bug chaser è stata un fiasco perché, forse, il serial killer assetato di sangue positivo non è uno di loro…
Floyd Turnpike: mantenere un segreto
Credevo che l’intero Campus avesse ormai abbastanza fiducia in me; ho sempre garantito protezione a tutti, oltre a essere -a detta di molti- uno dei migliori docenti in criminologia. Invece da ferragosto sono improvvisamente diventato il complice del Dissanguatore solo perché, ancora una volta, ho cercato di tirar fuori dal pericolo una persona che amo. Una mia sorella di virus, pure incinta fra l’altro.
Certo uscirmene dicendo “le persone che parlano troppo fanno una brutta fine” non è stato il modo migliore per mettere qualcuno in guardia ma lo giuro: lo svenimento di Alison, a ferragosto in pro loco, non è stato colpa mia! Se la ho presa per un braccio è perché stava scivolando in piscina ma la perdita di conoscenza era già in atto e io me ne ero accorto al volo.
Io, Adri e il nostro virus siamo una squadra che ha sempre lavorato in sinergia ma da qualche tempo le cose stanno cambiando perché HIV prende iniziative in autonomia causando malesseri a caso senza avvertirci. Anche se devo ammetterlo, facendo svenire Alison ha evitato di far saltare la protezione a un collaboratore di giustizia e, forse, senza neanche saperlo ci ha suggerito una nuova pista per l’indagine.
Manuela si è sentita colpevole per quanto accaduto con Ali, appena l’ha vista perdere coscienza ha voluto soccorrerla immediatamente ma io non potevo permetterglielo.
Alison e la vecchia identità di Manuela Alamari sono legatissime fin dall’infanzia e il rischio di far crollare tutto nel peggiore dei modi è troppo alto. Io so mantenere un segreto, di Ali mi fido fino a un certo punto!
Col suo lavoro di giornalista e blogger potrebbe lasciarsi condizionare dalla fame di scoop e mandare all’aria ogni sforzo, se perdiamo Manuela Alamari per colpa dei giornalisti ci metteremmo tutti nelle mani del dissanguatore e a quel punto non ci sarebbe più indagine che tenga.
Alison Grant: se avessero parlato prima!
Da ragazzina, quando avevo le prime cotte, in famiglia e a scuola mi dicevano sempre: “Communication is key”. Comunicare è essenziale. E ora cos’è cambiato? Quando si tratta di riunirmi a una cara amica che credevo morta, non mi si danno spiegazioni! Forse avendo saputo prima cosa le stava succedendo, avrei potuto esserle vicina in qualche modo!
Rachel, Rachel Wilson. Eravamo inseparabili fin dalla scuola dell’infanzia; un’amicizia talmente forte da giurare di sposarci in contemporanea. Possibilmente con due fidanzati che fra loro condividessero un rapporto uguale al nostro.
Dopo aver scoperto gli esperimenti di mio zio Ray sul virus HIV però, il sogno del matrimonio e fidanzamento congiunto è sfumato per sostituirsi con un altro: Rachel mi ha chiesto se potevo darle il contatto del laboratorio perché voleva essere una volontaria; io, da parte mia, avrei partecipato alla fase successiva dello studio che prevedeva la conversione tramite un vero gifter. E, guardandomi indietro, sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta!
Senonché, una settimana dopo il suo test positivo, Rachel è partita senza salutare e di lei non ho mai più saputo nulla per anni. Fino a ferragosto durante la grigliata.
Non le ho più parlato dopo che mi sono ripresa dallo svenimento, anzi quando la incontro in Pro Loco e la saluto chiamandola col suo nuovo nome neanche mi guarda però stamattina davanti alla mia stanza ho trovato un contenitore avvolto in una busta trasparente e un post-it con scritto: “Dallo al tuo Gifter. R W”.
Adri: il nuovo profilo del dissanguatore
“Gifter, ti devo dare questo!” Quando Alison è arrivata da me, stavo preparando al computer le dispense del nuovo corso sulle scienze criminologiche per l’anno venturo. Cosa avrei dovuto farmene di un contenitore banalissimo, forse acquistato on line?
Neanche la sigla “R W” mi ha convinto, esistono tanti nomi con queste iniziali e avevo tutta l’intenzione di mandarla via poi mi sono ricordato la scena dello svenimento e la reazione scomposta di Floyd Turnpike nei confronti della mia chaser Ali, e del nome che mi aveva detto per giustificare di averla presa per un braccio: “la tua ultima conversione conosce Rachel Wilson”.
Il caso di Mark Wilson è noto a tutti, il prof di inglese suicida e reo confesso dei dissanguamenti. Poco sapevo di una ragazza scomparsa e col suo stesso cognome!
Allora mi sono limitato a ringraziare Alison, raccomandarmi con lei di fare attenzione e sono corso subito da Floyd col contenitore in mano, ancora avvolto nella busta trasparente.
“Non tirarlo fuori da qui e non toccarlo”! Quasi pareva intimorito da quell’oggetto appena l’ha visto, neanche avessi in mano una bomba atomica!
“Questo”, ha spiegato il mio ex supervisore; “somiglia in modo inquietante al contenitore che usava il dissanguatore quando uccideva a Chicago. Tu ancora eri ragazzino, sarà stata fine anni 90.”
Contenitore? A me risultava che il killer tagliasse la gola alle vittime per poter bere il loro sangue direttamente o ferirsi col coltello sperando così in una trasmissione dell’HIV.
“Sbagliato, Adri, il bastardo ha usato un recipiente anche qui a Bugliano con la mia ex compagna, Arianna Preziosi. Io c’ero quella volta, ricordi? E avrà fatto così anche con la povera mamma di Tatiana.”
In effetti è impossibile bere tutto il sangue di una persona che muore in quelle condizioni e soprattutto senza lasciare traccia; qualcosa doveva esser stato usato per forza! Esistono serial killer vampiri ma se questo voleva soltanto il virus…
“Non ci sarebbe riuscito così”! Turnpike si è quasi messo a ridere e gli ho lanciato un’occhiataccia, vista la situazione. “HIV si trasmette col contatto diretto! Quindi a meno che il contenitore non sia chiuso ermetico subito dopo, dall’omicidio all’iniezione nel corpo del killer ci vuole un po’ e il virus ha tempo di morire”.
Un momento, un momento. Questa del contatto diretto era una ipotesi che non avevo considerato.
Ho (e abbiamo) sempre dato per scontato che il dissanguatore fosse un bug chaser; affamato di virus a tal punto da voler annientare i positivi per prenderselo. E se invece fosse l’opposto?
“In che senso? Da quello che ho visto quando è morta Arianna ti garantisco che il criminale è un chaser insaziabile.”
Floyd è troppo coinvolto, c’era dentro anche lui fino al collo in passato. Ma io ho la lucidità necessaria per ragionare: il killer ha finto di volere il virus per adescare i gifter, ma in realtà li dissangua per paura. Sierofobia repressa, che è peggio di quella normale.