Come ogni giorno, WordPress ci delizia delle sue psico-domande e questa volta le sfruttiamo per omaggiare a nostro modo il caro Lucio Dalla che oggi 4 marzo 2023 compirebbe “quattro volte vent’anni”.
Credi nel fato/destino?
No, in realtà al “fato” e “destino” non crediamo; ma siamo convinti che esistano persone significative specie fra gli artisti, in grado di osservare il mondo con una tale profondità da riuscire a cogliere la direzione che gli eventi stanno prendendo. Loro cercano nel bene e nel male di farci vedere il proprio punto di vista, sta a noi cogliere o meno le sfumature e comportarci di conseguenza.
Lucio Dalla canta la sierofobia
“C’è una casetta piccola così con tante finestrelle colorate”… L’inizio forse di una tra le più famose canzoni di Lucio Dalla: “attenti al lupo” che malgrado un linguaggio in apparenza infantile, di leggero ha ben poco. Anzi, è molto forte ed enigmatica allo stesso tempo.
Scritta da Ron (secondo il gossip ex compagno di Lucio), la canzone uscita nel 1990 è probabilmente una delle prime in Italia a prendere posizione netta contro la sierofobia, anche se oltre all’interpretazione su un sito dedicato alle spiegazioni dei brani, sembra non esserci fonte ufficiale sull’HIV come significato del testo; quelli erano i peggiori anni dell’emergenza AIDS quando morivano in centinaia come mosche, gli stessi delle campagne con l’alone viola “se lo conosci lo eviti”.
Lo stigma pertanto era diffusissimo e comprensibile anche se comunque non giustificabile, essere HIV positivi significava davvero una potenziale condanna a morte e passare da HIV a AIDS era questione di tempo o (per chi ci crede) fato/destino: bisognava solo sperare di rimanere asintomatici più a lungo possibile in attesa dei farmaci che all’epoca erano alle loro prime fasi di studio.
In una situazione come quella, una storia d’amore sierodiscordante veniva considerata semplicemente “una follia” per le troppe difficoltà a cui l’eventuale coppia doveva far fronte: rischio di morte quasi sicura per il partner con HIV e svariate angosce per quello senza.
In pochi erano pronti ad accettare una vita sessuale col preservativo fino a data da destinarsi, con alta probabilità di mettere anche al mondo figli positivi infatti nel 1990 neanche esistevano i protocolli di fecondazione assistita per coppie sierodiscordanti! La preistoria!
Sinceramente abbiamo la sensazione di raccontare un’era geologica fa, ma ricordiamo che se oggi malgrado i progressi della scienza c’è ancora chi interrompe una relazione con un partner positivo in base a pregiudizi ormai infondati, figuriamoci come si stava all’epoca!
Eppure Lucio e Ron condannavano lo stigma da subito, hanno cantato l’amore sierodiscordante senza mai nominare HIV/AIDS ma usando la poesia in un netto contrasto fra quotidianità e bellezze della natura, e il simbolo della paura per definizione: il lupo.
Amore mio non devi stare in pena, questa vita è una catena, qualche volta fa un po’ male. Guarda come son tranquilla io, anche se attraverso il bosco. Con l’aiuto del buon dio, stando sempre attenta al lupo. Attenti al lupo! Attenti al lupo!
Lucio Dalla, Ron, come si fa a non amarvi? Poi va bene: il simbolo del “lupo” e l’amore che supera ogni barriera può adattarsi a qualunque stigma da quello religioso o razziale, all’orientamento sessuale; per noi maliziosi fra l’altro il bosco è un doppio senso incredibile, e verso chi ha almeno una volta sentito cantare La strada del bosco fatta a barchetta, è inutile spiegarsi ulteriormente.
Per la sierofobia comunque, rispetto al 1990, adesso “il buon dio” o il fato e il destino fortunatamente possono stare comodi al proprio posto. La medicina e la scienza fanno il loro lavoro tenendo “il lupo” a dormire e noi possiamo “far l’amore in mezzo a questo mare di cicale” quanto vogliamo. Grazie Lucio per aver combattuto lo stigma a tuo modo, nostro malgrado quando hai fatto uscire il brano l’abbiamo compreso in pochi.
1993-2023: Lucio continua a vederci lungo
Dopo il successo dell’album “cambio” da cui proviene “Attenti al lupo”, nel 1993 Dalla è uscito con un album chiamato “Henna” che però non ha ottenuto troppo successo; ma come ricordano gli amici del sito Orrore a 33 giri anche nei dischi meno rilevanti ci sono delle notevoli perle lasciate cadere ingiustamente nel dimenticatoio quando invece, come nel caso di Merdman, meritavano già all’epoca una riflessione profonda anziché scadere nella grassa risata di chi sente un grande artista parlare, letteralmente, di cacca.
Ma di cosa parla Merdman?
Chi è stato adolescente nei primi 2000 sicuramente ricorda Shpalman, un sedicente super eroe di merda (nel vero senso della parola) cantato da Elio e le Storie Tese. Ma se in quel caso il brano “caccacentrico” segnava l’inizio della fine per il nostro amato “complessino”, Lucio Dalla con Merdman aveva decisamente molto da dire!
Forse questo brano è stato dimenticato perché assomiglia un po’ a What a wonderful world di Sam Cooke. O perché parla di sporcizia e da Lucio Dalla non se l’aspettavano? Noi siamo convinti invece che in pochi abbiano presente Merdman in quanto diceva la verità!
Racconta di un marziano arrivato dal nulla, esce dai rottami di una presunta nave spaziale e attira l’attenzione del pubblico. Nulla a che fare col nostro Nucleus, il cui arrivo a Bugliano è stato molto, molto più dignitoso. Merdman si è presentato così:
A parte il puzzo veramente micidiale
Aveva in sé qualcosa di familiare
Sui trent’anni bocca larga e braghe corte
Sempre sporco con uno stronzo sulla fronte
Una chiara denuncia contro la televisione spazzatura che iniziava a prendere piede in quegli anni.
Ogni tanto spiaccicava una parola
E con le dita messe li’ a pistola
Catturava tutto l’audience della gente
” Sono Merdman
Sono speciale posso parlare c’è qualcuno lì
voglio anche cantare
partecipare farmi invitare a un talk-show”
A poco a poco anche la stampa più esigente
lo trovava bello fresco e divertente
Non parliamo dei bambini anche i più belli
Che si mettevano uno stronzo tra i capelli
Già all’epoca esisteva lo spirito di emulazione nella tv, figuriamoci adesso con Internet, nell’era degli Influencer e l’attivismo performativo! Non importa quanto sei sporco e ti scaccoli mentre parli… Basta fare audience e tutti vogliono farsi la foto con te, anzi, essere come te.
Lucio Dalla ci aveva visto lungo, lunghissimo. Siamo noi che non l’abbiamo saputo ascoltare e adesso il mondo è pieno di Merdman che nel frattempo si sono riprodotti a dismisura.
In ultima, proponiamo un gioco: nel testo della canzone di Lucio Dalla al posto di “merdman” inserire il nome di un influencer a caso. L’effetto sarà identico.
“Attenti al lupo” è una grande canzone, sia a livello musicale, che come contenuto del testo.
Relazioni complicate, ma aiutandosi l’un l’altro ce la si può fare.
più che sul tema di “aiutarsi” è sulla consapevolezza: gli ostacoli ci sono ma per portare avanti un rapporto bisogna conoscerli e tenere le paure sotto controllo