La notte di Halloween

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Halloween è un’ottima occasione per chiunque di vestirsi come vuole, con la sola condizione che il costume faccia più paura possibile: umani, virus, animali, ognuno per il gusto di impressionare più degli altri e HIV di Bugliano non può essere da meno; nell’entusiasmo di festeggiare però si è lasciato sfuggire una richiesta d’aiuto scambiandola per uno scherzo. Il dissanguatore ha colpito ancora?


HIV di Bugliano: sensi di colpa

Halloween doveva essere una bella festa, invece si è trasformata in una settimana di preoccupazioni e tutto è successo per colpa mia. Neanche lontanamente avrei pensato che una persona vicina potesse mettere in pericolo Tatiana. La piccola Bulsara, la creatura cresciuta in simbiosi con me fin da quando era ancora nella pancia di sua mamma.

L’ho protetta da ormai più di 35 anni e ora per una mia distrazione si trova nelle mani di un negativo intenzionato a farle del male dopo averla ingannata a forza di sorrisi affettuosi. Gli stessi che le faceva quando era bambina.

Non ero felice di vederla uscire dal Campus IBUOL da sola per andare incontro a quella persona, ma soltanto perché ormai è una gifter e le sarebbe vietato incontrare un negativo senza finalità di trasmettere; convinto di poterla salvare immediatamente in caso di necessità, ho evitato di causarle qualche malessere per bloccarla e mi sono anche messo a ridere vedendo quell’uomo prenderla fra le braccia e appoggiarle le mani ghiacciate sul collo. Un gioco che la stessa persona in passato le ha fatto chissà quante volte, quella sera però mi sono accorto troppo tardi che la mia Tatiana non urlava per il solletico ma per la paura.

Non mi resta che rivivere quella serata a ritroso, cercando almeno di capire cosa mi è sfuggito e come poter evitare una tragedia che sembra ormai annunciata. Ancora oggi non riesco a rassegnarmi di essere stato fregato da un negativo, anche se in realtà quello ci ha presi tutti alla sprovvista.

HIV di Bugliano: i costumi di Halloween

Politici o militari, questi sono i costumi più gettonati dagli umani nell’ultimo periodo per spaventare i propri simili; pensare che ero convinto fossero i medici! Forse perché in fondo io sono il primo ad aver paura di quegli esseri vestiti di bianco.

Alla fine a forza di discussioni con tutti, ho deciso e mi sono vestito da Matteo Doroteo: “cazzo sei uguale”, mi aveva preso in giro il mio amato HIV di Lansing. Il suo invece era un costume da tifoso della Grecia. Entrambi ricordiamo quando ci eravamo conosciuti, in occasione dell’Eurobasket e ancora dobbiamo superare la figuraccia che, litigando fra noi virus, abbiamo confezionato nei confronti dei tifosi italiani. Ma la notte di Halloween era speciale, dovevamo spaventare definitivamente le persone e far loro vedere chi comanda. Noi virus non vogliamo più farci intimidire e questo dev’essere chiaro a chiunque.

Dove andiamo, dove non andiamo, volevamo goderci un po’ di intimità prima del grande evento invece abbiamo dovuto seguire i nostri amici umani del Campus, che però non riconoscevamo più perché indossavano tutti una maschera più brutta dell’altra.

Il più orribile era Freddie, si era vestito da antivirale. Ammazza, sembrava vero e quasi quasi mi era venuta voglia di farlo tornare negativo all’istante per giocargli un bello scherzo di Halloween, poi ho avuto un ricordo di quando tutti erano negativi per colpa del reggaeton allora ho lasciato perdere: con una tragedia come lo status HIV negativo, non bisogna scherzare!

Maledizione. Se il buon prof. Raymond Still fosse ancora tra noi, avrebbe scelto tutte le maschere proponendoci persino una serata a tema invece così tutti si sono improvvisati usando la fantasia senza alcun limite o decenza: Adri e Floyd Turnpike giravano per Bugliano nei panni di Suor Adriana e Suor Florinda, insieme a Eleonora e Rachel vestite da uomo; anzi no, le ragazze avevano il costume da inviati di BuglianoToday. Unico modo, secondo i due agenti, per evitare incursioni del dissanguatore ai loro danni. Poveri ingenui che rischiano la vita in ogni occasione, tanto poi sono io a dover salvare loro il culo all’ultimo momento! Invece ahimè quella sera non ci sono riuscito. O forse, quell'”ultimo momento”, non è ancora arrivato.


Adri: vale la pena rischiare

Sfilare per il centro di Bugliano vestito da suor Adriana è stata la mia idea fin dall’inizio: se nel 2021 il virus ha deciso di farmi passare Halloween con la febbre, almeno per il 2022 ho pianificato il costume fin dalla primavera così ho colto anche l’occasione di portare con me Lola, con la speranza di farmi perdonare dopo l’ennesimo rinvio della sua conversione.

Avevo pregato Floyd Turnpike di lasciare libera la super protetta Rachel, e ha accettato solo quando gli ho chiesto di indossare i panni di Suor Florinda; non mi pareva il caso di tenere le ragazze nascoste anche la notte di Halloween, figuriamoci se il killer si farebbe vivo in pubblico! Due suore che accompagnano due giornalisti sarebbero passate inosservate, ne ero sicuro.

Non ho mai valutato il Dissanguatore come un omicida interessato ad attrarre l’attenzione mediatica né tanto meno capace di distinguere le maschere dalle persone vere, e questo è stato il mio più grande errore poiché non ha preso noi, ma ha centrato l’obiettivo ugualmente e nel peggiore dei modi.


Tatiana: due padri per una figlia

“Bul, ma non ti cambi?” Quando Freddie mi si è avvicinato con quel suo ridicolo vestito da antivirale gli ho semplicemente detto di no: avevo programmato di starmene a casa col mio ragazzo, Raul Mercuri. Ancora entusiasta della sua recente conversione, voleva passare Halloween solo con me senza travestimenti, scherzi o baccano e io non avevo ragione per negarglielo!

Fin da ragazzina non sono mai stata amante di quella festa perché i miei genitori adottivi non me la facevano mai vivere: papà Kevin Brown era sempre in servizio il 31 ottobre e io lo prendevo continuamente in giro per la sua predilezione verso i criminali travestiti da vampiri; casualmente, ogni Halloween, a venir fermati da lui e portati in cella erano solo uomini o donne con ali da pipistrello e maschera di Dracula, per droga furti o altri reati: più che un’operazione di polizia pareva un feticismo verso le creature assetate di sangue ma ha sempre evitato il discorso quando ho cercato di capirci di più. E stavolta, Halloween 2022, era l’occasione più adatta per stare insieme a Raul, papà adottivo e quello biologico perché Kevin si era tenuto libero apposta. Grande e grossa, ma prima di avere accanto a me un uomo voglio sempre l’approvazione di mio padre! Figuriamoci ora che so di averne due!

Allora ho lasciato sull’attaccapanni il vestito da strega, preferendo tenermi il pigiama. Se come a carnevale la fantasia è l’unico limite, in quelle condizioni ero sufficientemente orribile da impressionare tutta Bugliano anche a distanza; avremmo cenato tranquilli, poi ce ne saremmo andati in centro unendoci agli altri, almeno questi sono stati i piani fin dall’inizio. Ero così felice che finalmente i miei padri potessero parlarsi da uomo a uomo, quando però Kevin ha iniziato a ritardare di mezz’ora sono corsa all’hotel dove alloggia temendo si fosse sentito male.

“Io non andrei fossi in te”, era stato il consiglio del mio virus. “Ma non voglio mettermi in mezzo nel rapporto con tuo padre. Stai attenta comunque!”

E di cosa, poi, perché l’uomo che mi ha adottato doveva essere un pericolo? Mi sono resa conto troppo tardi di quanto – come sempre – il mio HIV avesse ragione.


Freddie: per troppo amore si sbaglia

In qualche modo sentivo che la riunione familiare non era opportuna, ma di fronte all’insistenza di mia figlia non potevo tirarmi indietro; è solo un anno che ci siamo trovati dopo più di trenta in cui nemmeno sapevo di essere padre allora ho pensato non ci fosse alcun male a passare del tempo con l’uomo che lei per tutta la vita ha chiamato “papà”.

Nessuna gelosia o competizione avrei voluto fra me e Kevin, poiché Tatiana ci vuole bene in ugual misura: se lei è qui è per merito di quell’uomo che da piccola le ha salvato la vita; un brindisi alla paternità non sarebbe quindi stato una cattiva idea.

Quando mi sono seduto a tavola, rigorosamente vestito in maschera, lei e il suo amato erano già pronti coi piatti in mano: hanno portato le insalatone preparate fresche al Bugliano Salad in versione Poke Nutria Viral large e si sono anche loro seduti composti al mio fianco. Decisamente un bravo ragazzo Raul, mi ha mostrato il suo tatuaggio Biohazard fresco probabilmente fatto la mattina stessa. “Quando te lo fai anche tu, Freddie?” mi aveva domandato; “sei il Gifter originale per questo ceppo di virus e neanche hai il simbolo!” Gli ho sorriso: proprio in una cena di famiglia bisogna parlare di HIV?

Mia figlia si è girata mettendosi a ridere tra sé, con lo sguardo sempre fisso alla porta: “papà Kevin è in ritardo”, lei mi sembrava molto preoccupata; “dall’Hotel Panorama a qui non dovrebbe esserci tanta strada.”

A poco erano servite le rassicurazioni di Raul sul traffico deviato a causa della festa di Halloween; la mia Tatiana, cioè Bulsara, era tesa: “gli è successo qualcosa Freddie, io devo uscire, devo andare al suo albergo! Scusami! Intanto parlate fra di voi!”

Tale padre, tale figlia. Pur conoscendola da poco, ho capito che ha la stessa mia determinazione quando si mette in testa qualcosa. Non la fermano neanche le bombe! Invano io e Raul abbiamo tentato di convincerla a non muoversi da sola per strada in una serata come Halloween, lei mi ha ripetuto fino a sfinimento che in caso di pericolo il suo HIV l’avrebbe protetta “come sempre”, al massimo ci saremmo incontrati tutti insieme in piazza; quando però più tardi io e il mio quasi genero siamo usciti coi nostri costumi addosso, in centro a Bugliano c’era un sacco di gente ma di mia figlia neanche l’ombra!

A quel punto ero tranquillo. Lei ha il padre adottivo e i due più cari amici agenti di polizia, in caso estremo ci pensa il virus, ma non appena sono rientrato al Campus ho visto Adri e Floyd disperati nel parcheggio: “non sappiamo come dirtelo Freddie, Tati è scomparsa. Non c’è. Non risponde al telefono, anche in centro nessuno l’ha mai vista. Dobbiamo cercarla insieme! Noi, te, e HIV nostro.”

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