Perdonateci se esistiamo!

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Volevamo intrattenere i lettori con altri post di fantasia ma adesso non è il momento: possibile che nel secondo decennio del 2000 ancora dobbiamo giustificarci perché esistiamo? Siamo stanchi di gente che ancora ci accusa di prendere in giro le persone che già subiscono stigma!

Non hanno capito niente, e noi cerchiamo -per l’ennesima volta- di spiegarglielo.


Stanchi di ripeterci

Sono anni che ovunque scriviamo, facciamo capire le ragioni di questo sito e della nostra pagina Facebook: lottare contro lo stigma su HIV con la satira, cercando di colpire chi alimenta odio e discriminazione in qualunque misura.

Noi siamo inclusivi, perciò nessuno è tagliato fuori dalle nostre prese in giro: media, istituzioni, e soprattutto persone comuni che nel secondo decennio degli anni 2000 hanno ancora la concezione anni 80 su HIV e AIDS ignorando completamente i progressi della scienza e continuando a spron battuto con la storia dell’untore, il virus che si trasmette coi baci e le strette di mano nonché discriminando le persone che vivono con HIV all’interno del nucleo familiare, nelle relazioni, sul lavoro o a scuola e persino in ambiente sanitario.

Speravamo che l’avvento del covid e relative restrizioni nei rapporti sociali potesse favorire una maggiore empatia verso chi viene “tenuto a distanza” ingiustificatamente da quarant’anni, invece siamo costretti ad ammettere che il clima di diffidenza e sospetto è aumentato ancora di più.

Non serve molto per comprendere le nostre ragioni, basterebbe capire la funzione della satira dall’antichità a oggi: denunciare con l’umorismo le storture della politica e società per far riflettere l’opinione pubblica, anche per mezzo di una risata spesso amara; la satira deve prendere di mira le categorie “potenti”, i più privilegiati, non chi è già un bersaglio di per sé!

Schernire le persone già oggetto di disprezzo e stigma è un atto da vigliacchi senza se e senza ma.

E, per precisare, i potenti non sono soltanto re e politici, ma anche qualsiasi cosa in grado di tenere le persone sotto scacco. Sì, esatto. Comprese malattie e morte. Prendere in giro il malato è da vigliacco, ma prendere in giro il virus decisamente no, è un modo per esorcizzarlo.

Tra satira e bullismo

Sfortunatamente per l’opinione pubblica è difficile distinguere satira e bullismo perché molte realtà del web e televisive si nascondono dietro la satira per proporre vere oscenità: noto è il caso Pio e Amedeo, che in un monologo di una ventina di minuti hanno addirittura sostenuto “se vi dicono ricch**** ridetegli in faccia”.

Comodo, dalla “comfort zone” di eterosessuale consigliare di farsi una risata a un gruppo di persone ferite continuamente proprio dall’attributo dispregiativo di omosessuale e relativi sinonimi.

Semplice dire in pubblico che a essere importanti sono le intenzioni, quando non sei tu a subire le offese per mezzo di quelle parole. Abbiamo riportato solo un esempio famoso ma ce ne potrebbero essere migliaia di altri in giro per il globo.

Si tratta di vile bullismo per quanto ci riguarda, non satira! Compresi tutti gli applausi e pollici in su che si portano dietro questi fenomeni.

Fare satira invece è molto complicato perché bisogna cambiare prospettiva: i destinatari dello scherno devono infatti essere tutte le persone sedicenti “intoccabili”, le quali si prendono il lusso di alimentare gli stereotipi dall’alto delle proprie posizioni di media, politici, o semplicemente persone che non hanno mai vissuto (consapevolmente) certe problematiche da vicino.

E noi, nei confronti dei loro pregiudizi, abbiamo tutto il diritto oltre ai mezzi per lanciare attacchi attraverso l’ironia o quantomeno di fare il tentativo, in quanto subiamo entrambi stigma di ogni genere dalla notte dei tempi; speravamo che l’hobby di questo blog e pagina Facebook fosse uno spazio in cui disabilità e stato sierologico reciproci non contassero più, invece evidentemente dobbiamo ancora farci conoscere per le nostre condizioni e non per i blogger che siamo.

Noi ci siamo, esistiamo!

Elettrona, al secolo Elena, è non vedente dalla nascita, sieronegativa, ed è l’ex compagna di un uomo che vive con HIV – condizione di dominio pubblico – pertanto ci ha sempre messo la faccia quando si parla dell’infezione, anche attraverso un lungo video testimonianza in cui entrambi hanno provato a smontare tutti gli argomenti messi in campo dai sierofobici – compreso quello secondo cui si può contrarre HIV bevendo dalla stessa bottiglia.

Notare che il video è stato registrato nel 2018 quando ancora i due ragazzi stavano insieme e soprattutto molto prima dell’emergenza Covid.

Dopo l’avvento del coronavirus, non sarebbe più fattibile con quelle modalità. Lo stigma di certi presunti amici, ha fatto sì che Admin Elettrona sviluppasse una capacità di rispondere ironicamente a tono e allontanare quelle persone. “Seppelliscilo con una risata”? Non proprio, anche se ti si risponde con l’ironia non vuol dire che le tue parole abbiano smesso di ferire, si è solo compreso che non vale la pena star male per una spazzatura come te.

Alessandro “Gifter”, persona vedente e con HIV, invece ha compiuto una scelta diversa parlando della propria condizione solo a persone che direttamente lo circondano: suo marito ovviamente, amici stretti, familiari, colleghi e operatori sanitari ma (al momento) non ha alcun interesse per un attivismo pubblico su larga scala.

Lo farà, non lo farà? Qualunque decisione prenda in merito, andrà rispettata in ogni caso.

Per cui, fateci la cortesia di evitare commenti FUORI LUOGO (si scrive staccato!) Non ci accusate di far satira contro le persone che subiscono stigma, perché così facendo state dichiarando il falso. Siamo stati chiari nella nostra pagina Cosa facciamo e nelle varie sezioni informative dello spazio Facebook incluso un post fissato appositamente in primo piano. Quindi se non leggete e capite fischi per fiaschi il problema è vostro.

Anzi, siamo convinti che a destabilizzarvi sia proprio il fatto che non corrispondiamo allo stereotipo del cieco in perenne autocommiserazione o della persona con HIV sempre in silenzio, né quello del super attivista che partecipa a ogni manifestazione più o meno dedicata a HIV e AIDS.

Siamo attivisti performativi che fanno danni? Probabile, non lo sappiamo, noi proviamo a portare avanti una causa in cui crediamo (la lotta contro la sierofobia) coi mezzi e le forze a nostra disposizione perciò, ancora una volta… Perdonateci se esistiamo, ma siamo pure stanchi di giustificarci davanti alla vostra arroganza.

Se poi preferite chi non dice una parola contro lo stigma e sta sempre a mandare gattini fate pure, noi diamo i nostri 2 cents alla causa comunque!

Last but not least… Un’ultima precisazione. Se alla vostra stupidità manifestata verbalmente o per iscritto rispondiamo con un sorriso o una battuta, sappiate una cosa: non ci siamo fatti consigliare dai “pio e Amedeo” di turno che ci invitano a “ridervi in faccia” ma semplicemente vi reputiamo troppo scemi per capire che in realtà ci state molestando.

Quindi da ora in poi odiatori, negativi o positivi all’HIV che siate, fatevi gli affari vostri, andatevene al diavolo o a remengo o a quel paese dove volete basta che vi togliate dai piedi e ci lasciate in santa pace.

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