Tragedia inevitabile?
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Tatiana si ispira a una bambina russa apparsa nella prima stagione della serie tv “E.R. medici in prima linea”. Interpretata dall’attrice Milana Vayntrub, che all’epoca aveva 7 anni come il personaggio, si vede in tre episodi:
La signora Hall, donna sui 50-60 anni, arriva in ospedale con la figlia adottiva di sette anni fra le braccia: Tatiana è russa e non capisce una parola di inglese, ma quando viene soccorsa dal dottor Doug Ross e l’infermiera Carol Hathaway, sua madre si dilegua. I due colleghi, tra loro ex fidanzati, scoprono che la bimba ha l’AIDS e soprattutto che la donna l’ha abbandonata di proposito.
Carol è l’unica in grado di comunicare con Tatiana perché conosce il russo e, affezionatasi a lei, avvia le pratiche per l’adozione nonostante il parere contrario di colleghi e promesso sposo. L’unico ad appoggiarla è Doug Ross, dal quale si sfoga quando l’assistente sociale, la signora Brown, le nega l’affidamento a causa di un tentato suicidio avvenuto un anno prima. La piccola quindi rimane a Casa Radiosa, l’istituto specializzato in bambini con AIDS che l’ha accolta.
Nel 2005 una persona ha scritto una fan fiction in lingua inglese su Carol e Tatiana, intitolata A candle in the wind dove l’adozione è andata a buon fine e l’infermiera si è trasferita in California con la bambina, la quale poi è morta in casa tre anni più tardi, nel 1998.
Ulteriore finale drammatico, sebbene una persona come Carol avrebbe potuto ottenere per la figlia terapie più efficaci, presenti sul mercato fin dal 1996; nella realtà esistono ragazzi sieropositivi nati tra la fine degli anni ’80 e i ’90 che tutt’ora vivono grazie ai progressi della scienza, gli sceneggiatori tv invece hanno evidentemente preferito puntare tutto sul dramma. Peccato.
La storia riparte da Casa Radiosa. In realtà la signora Brown usa il proprio lavoro di assistente sociale per fornire cavie perfette a un’organizzazione impegnata nella sperimentazione di farmaci inefficaci e illegali contro l’AIDS; nessuno avrebbe pianto quei bambini soli al mondo, se anche qualcuno fosse morto. Tatiana è la risorsa migliore, salvaguardata in extremis falsificando i documenti sul tentato suicidio di Carol Hathaway; ma la Brown e i suoi complici non hanno fatto i conti con una presenza invisibile: il virus HIV in simbiosi con la piccola fin da quando è nata, e intenzionato a non lasciarla morire.
Grazie alla forza di entrambi, ora Tatiana è adulta. Adottata all’età di 11 anni da una dottoressa e un poliziotto in America, ora vive a Bugliano… Ma soprattutto viene a sapere chi sono i suoi genitori biologici: non è l’orfanella sfortunata russa che credeva di essere, e Tatiana nemmeno è il suo vero nome.
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