Cosa ti innervosisce?
Quando un singolo o gruppo si mette a pontificare contro altre persone in pubblico poi nella sfera privata fa il contrario. Salvo dopo, se gli viene fatto pubblicamente notare, si arrabbia pure. E rivendica che quella è una questione privata.
Post parecchio incazzato, e WordPress con le richieste ci ha dato anche il “la”.
Lettori avvisati, mezzi salvati.
Storie di outing
L’abbiamo scritto in altri post ma lo ribadiamo anche qui: l’outing è quando si rende pubblica una questione privata di una persona, senza il consenso di quest’ultima. Diametralmente opposto a “coming out” che al contrario significa uscire spontaneamente allo scoperto rendendo pubblica, di propria volontà, una questione privata.
Se però l’outing di per sé è un gesto di prevaricazione e violenza, cosa succede quando a subirlo è una persona che ostacola i diritti degli altri?
In America è successo diverse volte riguardo all’orientamento sessuale di personaggi pubblici omofobi, dei quali poi è stata resa pubblica l’omosessualità; in Ungheria un uomo politico è stato arrestato per esser stato beccato non con un uomo, ma 25… Arrestato perché di mezzo c’era anche droga, e lui era uno che si batteva contro i diritti dei gay. Dopo, in Italia, è successo di recente con un ex social media manager e un giornalista.
Outing sempre violento?
Istintivamente viene da dire sì, infatti noi non vogliamo fare i nomi dei personaggi pubblici in oggetto italiani o stranieri perché se in qualche modo comprendiamo la necessità di smascherare chi nella repressione e auto-punizione scatena la violenza sugli altri, non abbiamo intenzione di incitare la macchina del fango; subire discriminazione da tali soggetti fa rabbia, ma preferiamo evitare di usare la loro stessa violenza perché passeremmo automaticamente dalla parte del torto.
Però siamo anche convinti che se una persona si comporta in una certa maniera danneggiando interi gruppi, dovrebbe anche sapere che prima o poi, a sputare in aria, le ricasca addosso.
Questione privata?
L’omosessualità, come la sieropositività all’HIV, sono una questione privata nel momento in cui sei tu a decidere quando, se, e a chi parlarne; ma non puoi mettere in mezzo la privacy se continui a sputare veleno contro un intero gruppo di cui fai parte anche tu!
Se sei un personaggio pubblico e vuoi mantenere il tuo orientamento sessuale privato sono affari tuoi. Sì. Ma se permetti, quando ti sentiamo fare discorsi omofobi in giro e poi qualcuno ti fa outing, non venirci a dire che è una questione privata!
Se mi insulti perché ho l’HIV poi ti vedo uscire dall’ospedale con la borsetta degli antivirali in mano, come minimo ti devi aspettare che io ti affronti a brutto muso e ti dica “ora mi chiedi scusa o parlo in giro”. Sierofobico in pubblico, dai dell’untore a destra e a manca, poi di notte sei su Grindr (app di incontri sessuali gay) in cerca di persone con lo stato positivo da portarti a letto. Non ci siamo.
O, nello specifico caso più recente, non hai alcun diritto se sei giornalista omofobo, di lamentarti perché qualcuno rivela la tua natura reale; perché se sei gay e sei arrivato ai piani alti, o hai dato l’ano a qualcuno di influente (non impossibile) o comunque puoi solo ringraziare tutte le persone LGBT che prima di te hanno combattuto per non essere più ai margini e per consentire di andare ai piani alti anche a te.
Se poi vien fuori che uno lo fa per soldi, cioè gli omofobi lo pagano di più rispetto agli altri, allora la questione ci fa ancora più innervosire. Guarda come deve essere a questo mondo: preferire comportarsi da stronzo sputando addosso a chi lo potrebbe aiutare, piuttosto di accettare di essere diverso dall’immagine che la società o i suoi genitori vogliono di lui.
Come i preti con l’amante, quelli che predicano contro la violenza sulle donne poi sono violenti loro per primi, quelli che sguazzano nei soldi per poi dire agli altri che bisogna aiutare i poveri, ma non alzano un dito. Basta, cazzo, basta. E anche per oggi, con lo psicoblog, abbiamo dato.
grazie del like al mio articolo “Cosa hai fatto al labbro? Il tema della violenza di genere è molto importante Daniela parole vagabonde
Di niente! Noi siamo due blogger (una donna etero e un uomo gay) e nostro malgrado il tema della violenza è a noi molto vicino.
Nessuno di noi due ha dovuto mai subire violenze fisiche ma se tante cose al mondo vanno male è perché la gente si convince di portare avanti solo le cause che la toccano direttamente.
Grazie per il like al mio racconto Daniela parole vagabonde
Il mondo – specialmente politico – è pieno di chi professa l’omofobia, ma poi nella sua vita privata agisce in modo diametralmente opposto.
Sì si ne avevamo anche parlato in un tuo post dove avevi scritto di un rapper che faceva le stesse cose.
Mi ero sempre ripromesso di prendere il tuo racconto come ispirazione per un personaggio simile su cui poi il virus faceva la spia ma poi me ne sono dimenticato.
Finché quasi per caso sulla storia di “vergate sul membro” è uscita Viola Alone. La donna che vuole buttar fuori tutti i virus dal proprio paese ma ha avuto una bella relazione con Virus HIV di Lansing e c’ha pensato lui a smascherarla.
Un principio per me fondamentale: mai raccontare fatti privati fondamentali di una persona. Anche se questa attacca gruppi ai quali invece appartiene. È un principio inviolabile.
Altrimenti mi metterei sullo stesso piano dei voltafaccia per convenienze assumendo io un comportamento discutibile, deteriore che non è mio.
Nessun ricatto, nessuna rivelazione di fatti altrui: è sempre errato.
In una realtà popolata di tanti finti, socialmente travestiti, bisogna fare la differenza con le azioni oltre che con la teoria
Sono d’accordo con te quando si parla di persone “al mio pari” che attaccano i gruppi a cui di nascosto appartengono, ma gli attacchi valgono pressoché zero in quanto tali persone non hanno alcun potere decisionale diretto sulle nostre vite – a parte il voto, ovviamente.
Diverso è se la persona in questione è un politico della maggioranza che propone leggi omofobe appoggiate dal governo, o un giornalista che parla in termini omofobi in tutti i programmi tv contribuendo a inquinare il dibattito. Però poi, nel privato, è gay.
Ecco a me da gay la cosa sta assolutamente lì, perché questi personaggi decidono del mio futuro, dei miei diritti, della mia vita, facendo gli omofobi però godendo in pieno degli stessi diritti per i quali molti gay prima di lui e prima di me hanno lottato e ancora lottano. Perché se fosse per la posizione ideologica di questi personaggi, se non ci fossero le nostre lotte, neanche loro lavorerebbero né sarebbero ai posti di potere in cui stanno anche grazie alla comunità che attaccano.
L’outing è violento, sì, sicuramente; ma quando tu passi dalla parte dei violenti sputando sulla comunità che ti ha accolto, non dico che lo meriti ma è il minimo sindacabile che ti possa succedere.
Non saprei, non ho voglia di scendere nella loro stessa pozza di fango. Perché con questo tipo di azione, questo fai.
Non riesco a pensare di diffondere note molto personali altrui, a prescindere dal loro ruolo
Lo so, infatti capitasse a me vedere un politico omofobo baciarsi con un uomo, tirerei dritto per non sporcarmi le mani della stessa sua mer… Insomma fango.
Solo che quando nel letame sguazzi, non puoi pensare di passarla sempre liscia: prima o poi qualcuno prenderà la pala e te ne butterà addosso di più! Io non farei outing agli altri per primo né condividerei nomi e cognomi di chi lo subisce però se il politico omofobo fuori e gay dentro s’incazza, non so proprio cosa dirgli! Se l’è cercata col suo comportamento perciò direi solo: arrabbiati pure, ma fatti un esame di coscienza.
Certo, peggio per lui o per lei se qualcuno dovesse rivelare cose sbugiardandone il comportamento ufficiale ben diverso da quello nascosto. Da non coerente si mette nel rischio
è questo che intendo! A ogni azione corrispondono sempre conseguenze e non sono tutte proporzionate.
Naturalmente il nervoso che mi viene riguarda anche le persone che abitavano in una villa di lusso e poi cantavano “imagine no possessions / imagine all the people sharing all the world”…
Sento già la mia collega altra autrice del blog dirmi “Gifter, frena!”