Dice la scienza: siamo pirla naturali

Tempo di lettura: 6 minuti

Siamo pirla naturali, lo dice la scienza. Uno studio condotto dal neurologo dott. Gustavo Burlando, della International Bugliano University Of Life, mostra dei dati inequivocabili: da quando nasce a quando muore l’essere umano è imbecille e con l’età, anziché migliorare, peggiora.

MONDO REALE: ci scusiamo per il post ad alto contenuto acchiappa-click ma abbiamo abbastanza le tasche piene di questi articoli da blog, e da social, finalizzati a influenzare l’opinione pubblica: la scienza dice, questo l’altro e il contrario di tutto.


La scienza dice: se sei omofobo, sei un gay represso

Il titolo in oggetto è solo l’ultimo articolo “la scienza dice” apparso fra le nostre letture, in coincidenza con la giornata internazionale contro l’omo-bi-transfobia (idahobit) il 17 maggio; corrisponde alla nostra opinione ed esperienza personale? Sì. Però sull’omosessualità ci sono anche articoli riguardanti studi contrari. La verità qual è? Senz’altro i ricercatori sono tutti i giorni impegnati in nuove scoperte, ma ricordiamoci che esistono anche i predatory studies; in altre parole, le varie riviste pubmed, lancet, nature… Sono senz’altro affidabili di per sé ma negli ultimi anni si fanno anche avanti personaggi che pagano per pubblicare delle emerite stupidaggini o, addirittura, partecipano a conferenze portando una supercazzola dietro l’altra facendola passare per scientifica.

Allora via di studi sulle parolacce che rendono più intelligenti, sul mangiare dolci che aumenta la produttività, sui vantaggi di portare “l’amico a quattro zampe” in ufficio… Chi ha detto che sono tutte ricerche false? Nessuno! Mettiamo solo in guardia sul fatto che ogni notizia ha il suo tempo, tutto è vero o falso salvo prova contraria. Inclusa la credibilità del sedicente scienziato.

Noi, alla scienza, dobbiamo la vita: uno per i farmaci anti-HIV, l’altra per la tecnologia che aiuta a vivere un’esistenza dignitosa e appagante anche senza la vista, denigrare scienza e scienziati sarebbe come sputare nel piatto dove mangiamo e infatti noi ce la prendiamo coi media quando parlano di scienza, dai temi più leggeri a quelli più importanti.

Neanche vogliamo mettere link a studi e ricerche nel nostro post perché non è la sua intenzione pubblicizzare questo o l’altro, vogliamo partire da un articolo recente, per una riflessione più ad ampio respiro: siamo tutti pirla naturali o, detto con più eleganza, siamo tutti condizionabili da qualcuno sedicente esperto quando tocca un argomento che ci riguarda da vicino.

Valutando persone ed esperienze a nostra portata, siamo d’accordo sul fatto che spesso e volentieri i peggiori omofobi diventano tali per punire la propria omosessualità repressa; lo stesso Piero Angela a suo tempo disse che è l’omofobia e non l’omosessualità a essere un comportamento patologico; ma dopodiché? Questo non ci impedisce di chiederci per quale motivo un’alta percentuale di umanità sia omofoba. Tutti gay repressi, sono? Parecchio riduttivo fare un discorso del genere e non risolve il problema; una semplificazione che impedisce di vedere come i regimi totalitari, non importa se destra o sinistra, controllano la sessualità altrui per mantenere il potere.

Siamo tutti pirla, e lo dimostreremo!

Abbiamo letto da poco un articolo secondo cui “i bot automatici influenzano l’opinione pubblica”; si parlava, è ovvio, dei vari modelli generativi alla Chat GPT: il solito “la scienza dice”, studio a campione, che prendendo un tema ha analizzato le risposte positive o negative sull’argomento scelto fornendo al robot le istruzioni più idonee alla ricerca; ed è venuto fuori che, nel bene o nel male, i contenuti creati dal sistema automatico modificavano l’idea delle persone.

La domanda sorge spontanea: “ma va?” Da quant’è che la gente si fa condizionare da ciò che legge o sente in giro? Grazie al cazzo, ci viene da dire; se siamo pirla adesso vien fuori che è colpa dei bot!

Se lo conosci lo eviti

Il tema principale di questo blog è lo stigma su HIV, quindi per forza lo spot anni 80 su AIDS è una presenza ricorrente; ma quanto ci siamo tutti fatti condizionare da tale pubblicità “progresso”? Quante paure irrazionali ha contribuito a creare? Va bene, era questione di vita o morte all’epoca e gli addetti alla comunicazione presso il ministero della Salute hanno organizzato una campagna con questi toni apposta. Per terrorizzare.

Però, se fossimo meno suggestionabili, non si starebbe qua a parlare di stigma verso le persone con HIV, collegato direttamente all’omofobia. Torniamo sempre lì. Vale per le campagne elettorali dei politici, per gli spot dei prodotti commerciali, diciamo le cose come stanno: i bot automatici sono studiati nello stesso modo degli spot! Quindi prima di prendercela con l’invenzione, prendiamocela con chi vuole influenzare l’opinione pubblica in qualsiasi modo.

Adesso comunque, facciamo anche noi un esperimento su quanto siamo pirla naturali e vediamo quale livello si raggiunge.

Caro amico mio culattone aspettami!

“Oh! Ma come ti permetti? Nella giornata contro l’omofobia usi una frase fuori luogo?” Calma, sangue freddo, e respira. Nessuno sta offendendo, stiamo solo salutando un nostro amico!

Caro amico mio culattone aspettami! Lo diciamo un’altra volta perché è una cosa vera, si tratta delle prime parole in un brano famoso anni 70-80: Funky Town.

Come è possibile, un brano in inglese che utilizza parole così offensive in italiano? Beh, sì, è normale: la cantante aveva un caro amico al quale si rivolgeva in questo modo. Lei voleva un flirt, lui preferiva compagnie maschili, allora si è vendicata dicendogli “caro amico mio culattone aspettami” in una canzone suonata nei revival ancora oggi.

Stiamo raccontando una storia di fantasia come al solito? Sicuri? Lasciamo alle orecchie dei lettori giudicare, con la frase “caro amico mio…” e il resto, davanti agli occhi. O in mente, a seconda se chi legge il post ha la vista o no.


caro amico mio culattone aspettami

D’accordo, lo scherzo è bello finché dura poco. E in effetti nessuno mai ha detto una cosa del genere anzi la strofa del brano dice tutt’altro:

“Got to make a move to a town that’s right for me!” – “Devo trasferirmi in una città che sia giusta per me”.

Stessa cosa, proprio. Il fatto è che pur razionalmente consapevoli che il testo italiano è inverosimile, vedendolo scritto e inventandoci una storia credibile sopra, è semplice convincersi di sentirlo al posto del verso originale.

Dopodiché, esistono le canzoni vecchie come il mondo, tipo: “Rossana, Rossana, tu sei bella e sei pu… lita”. O la pu-pulzella con un cu-curioso taglio di capelli e delle te-te-te-te-tenere espressioni, allusioni sessuali create palesemente apposta.

Poi abbiamo Fabio Concato e la sua “fiore di maggio” dedicata alla figlia. Il ritornello dice “e ci hai visto su dal cielo” senza alcuna malizia però se in italiano “HIV” si dice “Accaivvù” e alcuni pronunciano “accaivvì”, in inglese “Aitch-I-Vee” (qualcosa tipo “eiciaivì” allora ci chiediamo: Fabio, che cavolo allunghi la “i” della parola “visto” a fare! Poi non lamentarti se facciamo il paragone con quello che in terrazzo voleva mostrarle il ca … ne del vicino. Lo sappiamo, non lo hai fatto apposta. Perdonato stavolta, ma Accaivvì di Lansing si è sentito chiamato in causa e si è svegliato.

Le truffe romantiche

Sforziamoci di tornare seri, perché questo delle suggestioni è un problema che, non gestito, ha fatto parecchi danni. La conduttrice di “chi l’ha visto” Federica Sciarelli ha scritto un libro inchiesta: “trappole amorose” in cui racconta storie di uomini e donne, soprattutto donne, prese di mira dal crimine organizzato che estorce loro soldi convincendo queste persone grazie a truffe basate sui sentimenti.

Questi prendono, studiano il tuo profilo nei minimi particolari, poi ti chiedono l’amicizia e cominciano a prenderti di mira: ciao bella, sei una bella ragazza, mi interessa il tuo senso dell’umorismo, stringiamo amicizia…

Il medico americano possibilmente di bell’aspetto, o il militare nei paesi poveri a fare l’eroe salvamondo o quello che è un papà rimasto vedovo con un bambino piccolo: “posso chiamarti mamma?” E via di attenzioni quotidiane finché arrivano a chiedere soldi per curarsi, perché sono stati rapiti, e supercazzole a cui le persone coinvolte cascano.

E noi, “dall’alto” della nostra razionalità, faremmo tanto meglio a non colpevolizzare le vittime chiamandole “polli” “cefali” o qual si voglia animale. Perché il momento di fragilità e abbassamento della guardia, ci può stare per tutti e non importa quanto istruito sei; invitiamo a leggere le storie presenti nella pagina di Acta – Azione Contro Truffe Affettive e Lotta al Cybercrimine.

Uno di noi ha avuto un familiare finito in una truffa del genere e uscirne non è stato affatto semplice. Diciamo solo che noi più giovani che pensiamo di sapere tutto, dovremmo aprire un po’ gli occhi verso le persone che ci hanno cresciuto (buoni rapporti permettendo ovviamente); i nostri punti di riferimento quando noi ci facciamo la nostra vita possono sentirsi soli e fragili senza farcene accorgere, noi li diamo per scontati e loro ai nostri occhi vogliono farsi vedere forti anche quando non lo sono.

Alla fine ognuno di noi vuole solo dare e ricevere un po’ d’amore e, quando in casa chi dovrebbe amarlo non lo guarda più, può accadere l’impensabile. Essere suggestionabili non è una condizione di cui vergognarci, ci appartiene; ma se il più delle volte prendere per oro colato ogni “la scienza dice” fa solo fare una magra figura, suggestionarsi troppo può essere dannoso e la causa non sono i bot, ma le nostre vulnerabilità. I bot, se manovrati da una persona vulnerabile o da un truffatore, possono fare danni come li farebbe un coltello o un’automobile. Il resto è aria fritta.

37 commenti su “Dice la scienza: siamo pirla naturali”

  1. Come potrei farmi mancare in famiglia l’esperienza della truffa romantica? Spesso ci ci fa influenzare per debolezza o ignoranza..
    Una grandissima rottura di balle anche nascere nel ruolo di chi deve sempre tirare gli altri fuori dai guai..
    Nella prossima vita rinasco petauro dello zucchero.. 😉

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    • Meglio pesce sole!!!

      La truffa romantica è stata una cosa davvero atroce per chi l’ha vissuta in prima persona e chi ha assistito dall’esterno. Perché i segnali sono tutti lì palesi ma se sei coinvolto credi di essere innamorato e non li vedi! A questo punto davvero sto meglio io che da un amore sbagliato ho avuto conseguenze irreversibili lo stesso e le tengo sotto controllo. Con quella roba lì invece non c’è medicina che tenga perché ti distrugge l’autostima.

      Non entro nei dettagli però ragazzi! Non c’è stato da scherzarci più di un là.

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    • La difficoltà più grande sai qual è stata? Dover intervenire verso una persona per la quale hai lottato anni prima di ottenere la sua fiducia; sentirsi accusare di averle tolto “l’amore della sua vita” e ritornare un estraneo che le porta via tutte le persone da lei amate.

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      • Ogni storia è diversa.. ma tutte hanno implicita forme di solitudine. Per tutte poi la comune è di coinvolgere persone vicino che non c’entrano e che spesso loro malgrado vengono trascinate in qualche forma di casino.

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        • Il paradosso è che quella era (ed è) tutto, tranne una persona sola e poco amata; il punto è che non conta chi hai intorno ma come tu ti senti.

          Due figli, un marito, più genero nuora e nipotina. Eppure sono bastate le parole giuste per fregarla!

          Dopo non mi devo incazzare: SETTE ANNI per farle capire che l’HIV non è il pericolo che lei pensava; 15 giorni per mandare foto in reggiseno a un estraneo e 3 mesi per mandargli millantamila euro…

          Poi dicono “Gifter no, non devi arrabbiarti no”.

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          • Lo dici a me? 18 per fargli capire cos’è una famiglia. Lasciato perché incapace di essere responsabile anche sui bicchieri di vino da bere. Sistemato comprandogli casa e libero da ogni responsabilità genitoriale. 3 mesi ed esattamente la storia che conosci. Mettici in più che la presenta al figlio allora minorenne come “compagna” così tutte le puttane d’Italia avevano il numero di Alex. Polizia postale, ricatti psicologici e bile da distribuire alla spina.
            Pazienza, pesce sole risolve sempre tutto.. 🤷‍♀️

          • Decidiamo le tariffe GPS allora…

            Poi quel jingle finto “caro amico mio culattone aspettami” è la suoneria del mio cell. E soprattutto ai più giovani ho fatto credere che dica effettivamente quella frase lì! Noi di qualche generazione indietro, conosciamo funky town. Ma dai 25 in giù…

            Sdrammatizzare SEMPRE! Pensa che abbiamo scritto questo articolo di notte: sia io sia Elettrona in condizione “notte in bianco” e abbiamo condiviso la bozza in chat. Dalle 2:57 alle 5:05… OK.

          • Io ero talmente stanco da non riuscire a dormire, lei a casa sua non dormiva per pensieri di lavoro. Così ho lasciato mio marito dormire e sono andato di là sul divano col tablet! Ci siamo tutti e due incrociati on line allo stesso momento, e addio.

  2. “se sei omofobo, sei un gay represso”
    Lo penso anch’io.
    Forse non vale per tutti in senso generalizzato, ma probabile che per molti sia una “paura”, e come atteggiamento “apotropaico” ci si comporti da omofobo.

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    • più che paura dei gay è paura del proprio culo e delle sensazioni che potrebbe dargli oppure altra ipotesi: hanno così tanta paura che un gay ci provi con loro perché con le donne, loro se potessero farebbero altrettanto e in quel caso posso dire? Gli starebbe solo bene ricevere (come minimo) un cazzo in chat.

      Queste sono comunque sempre congetture dovute all’esperienza personale quindi nulla a che vedere con la scienza. Certo, però che per essere un articolo scritto a 4 mani su whatsapp alle 3 di notte siamo anche riusciti abbastanza a farci capire!

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      • “paura del proprio culo”

        non credo.
        è un errore ridurre il concetto di omosessualità al solo atto sessuale (che comunque può essere svolto in vari modi).
        credo sia più la paura di cosa possano pensare gli altri.

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        • SFONDI una porta aperta su questo, Dio o chi per lui ci ha dato un corpo e non ha senso concentrarsi su una parte sola.

          Eppure il maschilismo tossico, questo prevede: sei maschio se ti infili in qualunque pertugio basta che respiri; ma se sei di sesso maschile e ricevi, sei inferiore. Equiparabile…. A una femmina; brutto da dire ma il maschilismo ragiona così.

          Eppure, anche volendo ammettere la stupidaggine di restringere a una situazione sola, LA SPINA non è meno gay della PRESA! A certi etero due uomini che si danno la mano suscitano fastidio perché il pensiero è “chi lo prende chi lo dà”; mentre se vedono due donne pensano “vorrei essere là in mezzo”. Questo è.

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  3. Bellissimo post, personalmente non ho avuto esperienze di truffe, nemmeno nei familiari. Sono state dette molte verità in questo post, in genere preferisco informarmi e sentire altre opinioni documentandomi prima di credere a qualsiasi cosa venga detta, anche se dicono che viene dalla scienza. Cerco di farlo per ogni cosa, forse perché con l’età non ci si fida più di nessuno e si è prevenuti in generale. Una cosa che penso valga in ogni campo è anche quella di “Non generalizzare”, non ci sarà mai una regola o una caratteristica che possa valere per tutti quanti.
    Buona giornata!

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    • Vorrà dire che scriveremo più post alle 3 di notte…

      Avevamo giusto ieri sera letto un paio di articoli dove era scritto “dice la scienza” nel titolo e ci siamo arrabbiati parecchio.

      Il problema, grosso, è che “la scienza” non vuol dire niente: se anche tu prendi 10 persone a campione e ti danno tutte la stessa risposta quello NON è metodo scientifico ma se paghi una rivista, quella te lo pubblica anche se è farlocco.

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  4. Ho dei forti dubbi che l’omofobia equivalga sempre a omosessualità repressa. Probabilmente è più una questione di normatività e libertà: se spendi tante energie per seguire la norma e per essere quello che gran parte della società (o della tua bolla nella società) reputa un soggetto normale perfettamente integrato in allociseterolandia, ti seccherà molto vedere chi rifiuta quella norma avere una bella vita. A quel punto sarà facile odiare in quella persona la libertà che tu ha paura di prenderti e magari avere una gran voglia di farla sparire.

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    • Anche l’infelicità di cui parli è un segno di repressione: non si poteva stare a testa alta ai miei tempi, non lo devi stare neanche tu… Questo pensano.

      Come Feltri quando dice “ai miei tempi si nascondevano. Poi è stato accettato, ora essere gay è un orgoglio e spero di morire prima che diventi obbligatorio!”

      Vittorio…Accomodati pure! Prima che si renda obbligatorio esser gay fa ora a morire anche la quinta generazione.

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  5. Bot Spot! Voglia di credere, mancanza di verifiche, fragilità personali, il congresso mondiale che non c’è ed è invece una macchina producisoldi. Siamo circondati.
    Oggi poi non solo giornalisti dediti al copiaeincolla fanno danni, ma gli infiniti passaparola social/mail, i gruppi whatsapp tematici e tanto altro. Prima avevi speranza di diffondere cavolate solo se finivi su un giornale (e difficilmente ti davano spazio, nemmeno in un trafiletto) o qualche radio perché in tv era complicatissimo, altrimenti ti restavano solo alcuni “salotti” dove cercare di turlupinare qualcuno.
    Oggi bastano account social vari, un altro su YouTube per dei video, inventarsi podcast e fare rete con altri imbroglioni sulla stessa linea: il tuo verbo si diffonderà a macchia d’olio perché in tanti vogliono credere acriticamente.
    Anche nel cetriolo 🥒 terapeutico 😄
    Non si vuole verificare prima di accettare.
    In molte redazioni non si verifica per due motivi: l’editore impone ritmi incalzanti, notizie (non notizie) tipiche dei social per attirare il più alto numero di lettori e quindi di pubblicità; se non tieni questi ritmi sei fuori.
    Del resto considerate che nel 2002 quando entrai in un quotidiano nazionale con sede a Roma, figure basilari come i correttori di bozze erano state già eliminate da un bel po’. Per risparmiare…
    Se prima si poteva fare affidamento sulla preparazione dei giornalisti anche come conoscenza della lingua italiana, oggi non è così e i risultati si vedono, errori anche nei titoli. Ma non è solo grammatica. Si tratta di contenuti che una volta non sarebbero mai stati pubblicati in sole due righe su una testata giornalistica. Si tratta di contenuti oggi spesso non verificati (non sempre però: non generalizzo).
    In un sistema come quello odierno che bombarda con centomila presunti fatti al giorno, ecco che le truffe si inseriscono alla perfezione. In un momento in cui l’assurdo viene presentato come credibile, imbrogliare gli altri è diventato più facile… e redditizio.
    Ogni argomento può essere un grimaldello per infilarsi nelle teste.
    I fragili, i creduloni, i soli o come si vuol definirli in migliaia di modi, ci sono sempre stati, ma oggi si sono moltiplicati a dismisura i metodi per irradiarsi e per fidelizzare/imbrogliare questa vasta platea.
    A chiusura, se me lo permettete, credo che scriverò sul medico, il cetriolo e il congresso mondiale che non è. Mi ha ispirato.
    Salutoni e buona giornata!

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    • Prendono per oro colato qualsiasi cosa gli venga detta e poi non pagano per i danni che causano. Anche questa fissa di chiamare “untori” le persone con HIV che lo trasmettono a qualcuno. Ma sanno cosa vuol dire “untore”? Io non credo: persona con la missione deliberata di diffondere una malattia. Come se fosse il virus, a dirgli di farlo o qualcuno che li pagasse per farlo; ma, anche nell’opera di Manzoni da cui tale figura proviene, non sono mai state fornite prove della loro esistenza; anzi, era un modo per avere dei capri espiatori.

      Non nego l’esistenza di persone che abbiano trasmesso consapevolmente l’HIV ad altri ma piuttosto di chiamarli “untori” verrebbe da chiedersi quale disturbo abbiano: lo stesso Valentino Talluto va chiamato col suo nome, predatore sessuale. Lui ha lasciato l’HIV alle persone con cui è stato ma il tipo di disturbo (documentato) che ha, non è legato al virus. Ha usato quello perché aveva quello, ma per il suo tipo di disturbo avrebbe potuto usare l’acido o marchiarle a fuoco, il suo disturbo era di “marchiare il territorio” detta molto brutalmente; con i fantomatici “untori” quindi non c’entra niente.

      E l’altro, Claudio Pinti? Una vittima degli pseudoscienziati negazionisti dell’HIV. Altri ancora? “Non te l’ho detto perché avevo paura di perderti”, invece di dare dell’untore a destra e sinistra, i giornalisti parlassero seriamente di stigma; si mettessero a documentare tutte quelle persone con HIV che non si accettano e, quindi, non si curano. Non curandosi rimangono trasmissibili e giocano col fuoco mettendo in pericolo gli altri. Però è comodo parlare di untori, si sbatte in prima pagina il mostro, si piange la vittima che va in tv (anonima, possibilmente), poi si mette in galera “””l’untore”””, e sipario. Fino alla prossima volta.

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      • In due casi di amici, un uomo e una donna, in tempi diversi, rischiarono (anche non pretendendo o prendendo protezioni): ebbero a che fare con loro frequentazioni che sapevano di essere positivi, ma non gliene fregava nulla.
        Avranno avuto pure dei problemi mentali, ma proprio spregiativamente per il loro modo di fare li definisco untori

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        • No, quelli hanno un nome. Bug chaser. I negativi che rischiano apposta, intendo.

          Però se la persona positiva è senza protezione e sotto terapia antivirale, non trasmette neanche volendo per cui il problema non si pone più!

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          • Si, nell’ultima evenienza che sottolinei ok. Ma non erano quelli i casi a cui mi riferivo.
            Sugli anglicismi, cerco di non usarli, ma di rimanere sull’Italiano che ha i suoi corrispettivi: alla peggio, vocabolario alla mano e si trova.
            Su untore, lo preferisco per esprimere il mio disprezzo, pur sapendo benissimo che non diffondono il contagio ungendo persone e cose all’antica maniera un po’ favolistica, con unguenti malefici

          • In effetti in italiano non c’è il corrispettivo di chaser (bug chaser) e… GIFTER… (gift giver) ovvero quello che dà il virus ai chaser.

            Poi che io abbia il soprannome Gifter è assolutamente ironico e fatto apposta per rispondere a chi pensa che uno perché positivo lo trasmetta in giro sempre e comunque.

            Dopodiché nel Mondo Positivo -quello di fantasia- è un pregio trasmettere, il mondo reale è altra cosa.

          • Allora, cercando cercando per confermare un mio larvato ricordo, ho trovato “bug chasing” e come mi pareva di ricordare è l’atteggiamento di chi cerca di farsi contagiare da chi è affetto dal virus dell’aids. Letteralmente tradotto in Italiano con “caccia al parassita”, in questo caso “caccia al germe”

          • Adesso capisci perché abbiamo scelto BUGliano come ambientazione…

            Solo che ovviamente se uno vedo che mi fa troppe domande con certi toni io gli rispondo “sei un bug chaser” non “sei un cercagermi” LOL!!!

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