Giornata palindroma, e la superstizione ha il sopravvento sulla razionalità… Freddie, Tatiana e l’agente Floyd Turnpike devono affrontare una nuova emergenza…
22/02/2022.
“22 02 2022 poi basta almeno per un po’”, questo ha sempre risposto il mio virus quando gli ho chiesto se nei suoi enigmi considera anche la giornata palindroma. Nel tempo l’ho preso in giro perché di mio non sono granché superstiziosa,
eppure forse aveva ragione lui: è un periodo che mi hanno costretto a lasciare il CampusIbuol contro la mia volontà senza spiegarmene il motivo, siamo davvero a un passo dalla fine del mondo?
“Papà! Cosa ci facciamo noi qui, in un bunker anti-atomico?” Incredibile, da quando ho scoperto di essere sua figlia l’ho sempre chiamato Freddie o, ultimamente, Zach Nolan come mi ha suggerito l’agente Turnpike, presente insieme a noi in rifugio. Ma oggi non so, è venuto così istintivo. Papà. Una parola che mai e poi mai ho pronunciato in vita mia! La paura della morte, forse, fa anche questo.
Floyd Turnpike è l’unico a poter mantenere i contatti con l’esterno e ci ha condiviso le notizie provenienti da fuori, con America e Russia che continuano a fare a pugni come se decenni non fossero mai trascorsi e mostrano al mondo di avere intenzioni tutt’altro che buone.
“Precauzione, piccola mia. Contro il dissanguatore più che la bomba atomica! Così ci ha detto Adri, qui ci ha mandato e qui dobbiamo restare”. Freddie ha la voce ferma, decisa, e accetta di buon grado quando gli appoggio la testa sulla spalla.
Un pacchetto di Cracker ancora sigillato è accanto a me e lo raccolgo, la mia pancia sembra una pentola in ebollizione e devo metterci dentro qualcosa prima di subito. Qui sotto si mangia pochissimo, dobbiamo accontentarci e condividere quel poco che Adri ci porta quando viene a controllare come stiamo.
Fortunatamente abbiamo i telefoni e la radio, ecco, ci fosse davvero un conflitto nucleare tutto questo non esisterebbe più! Quindi ancora una volta: perché diamine siamo costretti a stare in questo buco?
Dividersi il cibo
“Te lo posso confermare”, mi tranquillizza Turnpike con una carezza su una guancia. “Non ci sono attacchi nucleari; è solo che fra i tuoi amici russi e il nostro presidente stanno facendo a gara di chi ha il MISSILE più lungo e più grosso”. Mi toglie il pacchetto di Crackers dalle mani e lo apre, tirandone fuori uno; “Freddie, tu vuoi?” Lui annuisce e ne prende uno a sua volta poi tocca a me.
“Il quarto ce lo dividiamo in tre”, propone Floyd cercando di romperlo in pezzi della stessa misura. “Anzi no, nel vostro corpo c’è HIV che ha bisogno di energia, io sono ancora negativo posso anche rinunciare al bis.”
Mi porge una metà del Cracker e me la mangio con gusto rimpiangendo le super colazioni del Papero Offeso e vorrei tanto poter essere lì a scherzare insieme agli altri amici.
“E comunque Floyd”, affronto Turnpike guardandolo dritto negli occhi; “io sono nata in Russia e ho parlato quella lingua fino ai 7 anni, poi la Russia chi l’ha più vista?”
Sto anche valutando l’idea di cambiare il mio nome perché già da prima di finire in questo rifugio qualcuno mi prendeva in giro con la storia del mio “amico Putin”, “la mia gente”… Poteva starci fino a un anno fa quando credevo di essere una povera orfanella salvata dall’AIDS grazie agli Stati Uniti, ma ora che ho saputo di avere il padre biologico nato a Zanzibar e la mia povera defunta mamma originaria di Bugliano… Posso affermare che di russo non ho neanche il DNA.
Tatiana è il nome sbagliato
“Ma tu ce l’hai, un altro nome!” Floyd questa volta sorride e tira fuori una cartellina di documenti da uno zaino; osservando cosa tiene lì dentro, ho l’impressione abbia tutto materiale poco essenziale più che un kit di sopravvivenza in caso di attacco nucleare. Mi mostra la foto di una tutina per neonati sporca, molto sporca: “lo vedi? questa era tua di quando eri piccola e l’analisi del DNA lo ha confermato”.
Come fa lui a conoscerla? Avevo trovato una tutina uguale nel pacco dalla Russia recapitato qualche tempo fa al campus, e su consiglio della mia amica Alison Grant l’avevo consegnata a Adri senza che poi lui mi facesse più saper niente a riguardo né ho avuto notizie su Adrian Sokolov, il mittente che si spacciava per mio cugino.
“Tante cose non sai piccola”, continua Floyd accarezzandomi una spalla; anche Freddie guarda la foto della tutina e punta il dito su un particolare: la scritta “YOU’RE MY ONLY SUNSHINE, SWEET BULSARA”!
“Questo era il mio cognome, io sono nato Farrokh Bulsara poi negli anni sono diventato Freddie -Frederick- Mercury. E ora Zach Nolan”…
“Ecco”, sorride di nuovo Turnpike; “Tatiana è il nome della donna russa che ti ha salvato la vita a San Pietroburgo nel 1988 quando hanno ucciso tua mamma. In realtà Bulsara è il tuo nome! Ti chiameresti Bulsara Solari Mercury”.
Ah, ecco! Allora è vero! Quella volta del pacco io e Alison avevamo intuito fosse così, ma il nome che all’epoca trovavo imbarazzante ora mi piace e farò il possibile perché Bulsara Tatiana Mercury diventi la mia firma ufficiale.
I primi sospetti
Freddie trattiene le lacrime e mi abbraccia, mi accorgo del suo dolore e ricambio la stretta. “Ho paura piccola, siamo qui sotto perché fra poco moriremo tutti…” Impossibile consolarlo, in fondo ho tanta paura anch’io.
“Insomma! Ancora? Tu non sei russa, ma io sono americano e conosco le dinamiche meglio di te!” Floyd Turnpike si spazientisce e mi scuote. “Ti ho detto che non c’è alcun timore di assalto con armi atomiche, tanto meno qui a Bugliano! Basta, stop it!”
Sarà, ma intanto vorrei sapere chi sia questo Adrian Sokolov, mittente del pacco e perché ha inviato quella tutina a me se poi è finita in mano alla polizia. Perché non devo sapere la storia del mio passato, cosa c’è di così tanto doloroso?
“Non ti posso dir altro, cara. Già è tanto se sono riuscito a portarvi qui sani e salvi e mostrarti la tutina in foto, perché quella vera è custodita al sicuro.”
Ahimè, la situazione si complica! Possibile che Adri mi confida sempre tutto e Floyd, il suo capo, è pieno di segreti?
“Adriano sta giocando col fuoco, Bulsara. Ancora non ha capito che se non tiene la lingua al suo posto rischia di finire come tua madre… Perdonami se sono così diretto.”
Ma perché? Si può sapere cosa sta cercando il killer dissanguatore? Sempre se non è uno di voi due.
Floyd non ha mezzi termini quando perde la pazienza e in questi giorni ho avuto modo di capirlo: “Senti bella, nessuno ti lega se vuoi uscire, ma sappi che il rischio di finire con la gola tagliata è elevatissimo. E non chiedere più informazioni a Adri o a me perché non te ne diamo! Parla con HIV tuo”.
Lui, il mio meraviglioso virus che tanto ha fatto in questi anni per salvarmi la vita nei momenti peggiori; perché ora non ho mai avuto febbre né sono svenuta, o altri sintomi? Ha paura anche lui o davvero non sono in situazione di pericolo?
“Io ti darei un’alternativa se potessi!” Lo sento chiaro, ora; HIV mio è spaventato più di me. “Se ti faccio salire la febbre o ti mando addirittura in AIDS, sei una preda facile e non lo posso permettere”.
Piango sulla spalla di mio padre che mi stringe con forza e Floyd gli sposta subito la mano dai miei capelli, per sussurrarmi qualcosa. “Ho al campus i miei uomini migliori a proteggere a tempo indeterminato la comunità, io sono qui per occuparmi di te e Freddie… Quindi anche del vostro HIV.”
Scoppio di nuovo a piangere e questa volta è Floyd che accoglie le mie lacrime. “Cosa credi, Tati? Anch’io ho mio figlio lassù al campus, sta studiando per imparare come si creano i videogiochi e anche lui ha perso la mamma uccisa da chi ha ammazzato la tua. Sono sulle tracce del killer ma ci vuole tempo, dobbiamo indurlo a fare un passo falso e siamo sulla buona strada, abbi fiducia!”
Mi puzza sempre più la storia, deve scapparci un altro morto? Mi sembra che Turnpike sia molto più informato di quanto voglia far credere.
“Ogni giorno è buono, tesoro mio. Quando ha portato al campus i resti del povero Valentino Poli ha già commesso il primo sbaglio e non ho potuto catturarlo solo perché dovevo prima nascondere voi. Il piano del criminale era far uscire Adri allo scoperto per farlo finire come il povero PozVale, ma non ha capito che prima di sfiorare il profiler o voi, chiunque deve passare sul mio cadavere.”
Giornata palindroma: attacco di panico
Freddie non dice una parola, si copre soltanto il volto con una mano e guarda altrove. “La puzza”, pensa tra sé. “Meno male sono svenuto e non ho visto il corpo di quel povero ragazzo!”
Non ce la faccio più, mi sento in gabbia! Vorrei uscire, raggiungere Adri, parlargli… Sempre se non è già stato ucciso! Nessuno me lo toglie dalla testa che oggi succederà qualcosa, la giornata palindroma ha sempre un significato per chi studia i numeri e questo me lo diceva anche Raymond Still, il primo uomo al mondo che ho amato come un padre. “22022022, e poi non ce ne saranno più fino al 2030.” Qualcosa vorrà pur dire?
Il mio respiro è sempre più affannoso, quasi il cuore mi sta uscendo dal corpo. Afferro la mano di Freddie e quella di Floyd… Sta succedendo davvero, sto sudando. Aiuto, mi sento morire! Le radiazioni dell’arma nucleare sono arrivate fin qua sotto e nessuno vuole dirmelo! HIV di Bugliano, dove sei? Rispondimi! Anche il mio virus è in pericolo!
Non riesco a vedere né sentire più nulla. Il dissanguatore è qui, lo sento, è vicino, mi sembra di udire il suo passo, ecco, è qui, ce l’ho addosso, mi stringe…
HIV ti prego, virus mio fai sapere a Adri che sono innamorata di lui, diglielo! Siete in simbiosi, ti prego parlagli e poi lasciami morire. Fai in modo che io e il profiler moriamo insieme senza troppo dolore…
“Stai calma. Calma, sono qui io.” A sorreggermi fra le braccia è Floyd, meno male! C’è mancato davvero poco che svenissi. Sono viva, il respiro piano piano torna regolare e mi lascio andare nell’abbraccio del poliziotto. Freddie invece ha in mano una bottiglietta d’acqua ancora sigillata e me la porge: “un goccio, Tatiana. Giusto per bagnarsi la gola, abbiamo solo questa e fino a domattina Adri non torna”.
Oh, quanto è buona l’acqua, solo se è poca ti rendi conto del valore che ha; bevo un goccino e la passo a Floyd, che però rifiuta: “io ho la mia, è più grande e quando finite la vostra ve la offro.”
Dici sul serio? E le regole della comunità, mai bere dalla stessa bottiglia di un negativo?
“Le conosco bene piccola mia, ma sono negativo ancora per poco: la mia conversione è questione di giorni! Non volevo dirtelo però sai, il giorno in cui Raymond è morto io e Adri abbiamo preso la decisione e… Un attimo, dovrei farti il disegno per spiegarti com’è andata? Mi raccomando però, nessuno deve saperlo finché non ho il test positivo. Intesi? Ufficialmente la primogenita di Adri sarà Alison!”
Non condivido la scelta di nasconderlo ma chi se ne importa, è troppo bello sapere del profiler che dà il virus al proprio capo. Allora ci sei, HIV mio. Vuol dire che abbiamo speranza di ricostruire un mondo migliore una volta che questo sarà finito.
“Ancora con questa distopia”, si arrabbia Floyd. “Te lo ripeto, Bulsara o se preferisci Tatiana. Per me sei libera di avvitarti sulla guerra atomica quanto ti pare! Anzi, puoi anche uscire da questo cazzo di rifugio se credi ma non pensare che i miei uomini là fuori possano proteggerti all’infinito, Adriano compreso”.
“Distopia —> tipo AIDS?” Non sono io a porre la domanda, è il mio virus! E la traduco a Floyd che non ha potuto sentirla: “Magari fosse quello”, mi risponde il poliziotto rassegnato: “avremmo la soluzione per difenderci. Qui invece, c’è una persona di cui tutti noi ci fidiamo che si è data al crimine. Ho già detto anche troppo.”
“Parli a metà, Turnpike, ci fai rinchiudere poi non ci spieghi cosa succede?” Anche Freddie inizia a perdere la pazienza, lo vedo muoversi avanti e indietro per tutta la superficie della misera stanza in cui ci troviamo. C’è un secchio in fondo, messo lì per le nostre necessità fisiologiche e lui si ferma a guardarlo. Vuoto.
“Ecco, anche quello dobbiamo ottimizzare sai, fin che Adri non viene domattina… Staremmo anche male però meno si mangia e meglio è, oggi dobbiamo compiere questo sforzo.”
Tu e Adriano, voi due sapete tutto e coprite qualcuno. Me lo sento. Io però non sono disposta a stare a digiuno e non andare al bagno per ore! Faccio prima a scoppiare, o vuoi dirmi qualcosa in più sul nostro isolamento?
Turnpike cerca di sorridermi: “Ragazza mia, io lavoro seriamente! Non sono come il burino con i rubli, capisci a me! E neanche come il presidente americano che pubblica sui social tutte le rivelazioni dei servizi segreti. Io so cose che voi, HIV compreso, non dovete sapere perché a risolverle stanno pensando i miei uomini! Vi è più chiaro così?”
Il burino con i rubli. La sua allusione mi provoca un velo d’inquietudine, nel contesto della giornata palindroma però faccio finta di niente.
Vuoi dire che il virus scoprirà l’identità del criminale e ce la dirà quando sarai positivo anche tu, giusto? E se è Adri il tuo gifter, lo saprà di conseguenza.
“Bravissima Tatiana, vedo che finalmente cogli. Prima o poi affronterai anche tu questa realtà ma dobbiamo essere in tanti! Cinque positivi a HIV di Bugliano come siete ora, non è un numero sufficiente per una rete di protezione abbastanza forte. Ce ne vogliono almeno dieci e io sarò il sesto!”
Mi guardo ancora intorno, la desolazione che suscita questo rifugio è tremenda ma ogni pensiero di morte si allontana quando penso a HIV mio, e al profiler. Soprattutto quest’ultimo, lo stronzo che è riuscito a farmi innamorare per la prima volta.
Sogno un viaggio, una casa tutta nostra in cui possiamo vivere insieme, liberi, condividere le nostre esistenze fra tutti noi bug chaser e gifter, una comunità in cui non esistano più i badge del CampusIbuol ma ognuno possa girare per le stanze e stare con chi vuole senza renderne conto a nessuno. Basta coi pensieri, basta coi giudizi; d’istinto mi tocco la pancia che ancora gorgoglia dalla fame e penso: sì, quello di un figlio è un sogno che vorrei dividere con Adri…
Porco Giuda ma come mi ha fatto diventare, quello stronzo lì? Fino a poco tempo fa mai avrei pensato all’idea di rimanere incinta ma nell’ultimo periodo quando rifletto sulla mia esistenza capisco quanto io abbia voglia di dare a un’altra creatura l’amore che da piccola nessuno ha dato a me, oltre a far vivere a un mio eventuale figlio la stessa sintonia che ho col virus.
Chiamata via radio
D’improvviso è la radio di Floyd a interrompere il mio sogno a occhi aperti:
“Foxtrot! Lima! Oscar! Mi senti? Passo!”
“Certo, Alfa Iota Delta Sigma! Ricevuto! Passo!”
L’agente coi suoi uomini avrà dei codici per non farsi identificare, io però conosco alla perfezione la voce del suo interlocutore “Alfa Iota Delta Sigma” e per quanto lo pseudonimo alluda all’AIDS ho la certezza che quell’uomo sia negativo come un elettrone.
“Attenzione! Necessario spostare i produttori entro le 22:22 di oggi, passo!”
Contenti loro, evidentemente ancora una volta a noi comuni mortali è vietato comprendere certe conversazioni. Turnpike sospirando appoggia la radio accanto a sé e si tocca la fronte: “Maledizione neanche un termometro!” Freddie apprensivo gli si avvicina, ma l’altro scuote la testa: “Lascia stare, Gifter Freddie, e raccogliamo le nostre cose! In velocità!”
Significa che si esce entro stasera, saremmo noi i sedicenti produttori? Evviva, era ora, sono venti giorni che stiamo qua dentro!
“Foxtrot! Lima! Oscar! Ci sei ancora?”
“Affermativo”, risponde Floyd, a voce alta. “Temperatura in aumento, Hope Inside Victory alle porte. Passo!”
Non sta parlando di speranza o vittoria, qui anche un bambino capirebbe il riferimento all’HIV ma ancora il grande agente di polizia pensa di utilizzare un codice segretissimo!
L’altra voce alla radio, per me diventata inconfondibile, si fa nuovamente sentire: “Arriviamo coi rinforzi? Passo!”
“Veloce, capo! Qui Tango e Zorro non resistono più! Passo!” Era palese che parlava di noi; Tango e Zorro, Tatiana e Zach!
“Arriviamo! Passo e chiudo!”
Senza dirmi una parola in più, Turnpike raccoglie i pochi effetti personali che avevo portato con me per il trasferimento qui; adesso piena di fame, sete e stanchezza vorrei solo tornare al campus! “No, piccola Bulsara. Andrai in un altro posto molto migliore di questo e vedrai, realizzerai il tuo più grande sogno. Garantito!”
Quale, fra i tanti? Avere un figlio? Diventare una gifter? Andare su Marte? Nessuno sembra interessato a rispondermi, e io rimango ferma, in piedi davanti al calendario appeso al muro: 22/02/2022 giornata palindroma. Sarà veramente oggi la fine del mondo? Chi può dirlo?