Il Giornale di Bugliano accetta i messaggi di tutti i lettori e, anche se questo Mark Wilson “vuoto a perdere” ci spaventa parecchio, diamogli comunque spazio. Augurandoci che sia un bontempone bravo a scrivere storie!
Malgrado il parere contrario del docente Raymond Still, che nel delirio della malattia continua a parlare di un mitomane dissanguatore in giro per Bugliano, noi riteniamo questo contributo una storia struggente e la pubblichiamo senza modifiche.
Secondo Still dovremmo andare alla polizia subito, ma perché?
Qui a Bugliano nessuno è morto dissanguato, a eccezione di un povero cigno sgozzato probabilmente dai soliti vandali senza cuore.
Di: Redazione
Vuoto a perdere – di: Mark Wilson
Mi chiamo Mark, Mark Wilson; ero giovanissimo quando un'occasione imperdibile mi passò davanti senza che riuscissi a prenderla al volo e da allora capii che la fortuna mi veniva incontro, ma appena era a un centimetro da me, salutava con la mano e passava oltre.
Ricordo come fosse ieri il concerto dei Queen nel 1986, era la prima serata di Wembley e avevo incontrato Freddie Mercury nello stesso locale dove eravamo io e il mio compagno Andrew. Entrambi gli abbiamo manifestato il nostro interesse e lui dava l'impressione di ricambiare, ma quando ci avvicinammo, provai ad abbracciarlo prendendolo alle spalle; gli urlai “Mark me” creando un doppio senso col mio nome, e in realtà intendevo altro.
Ma Freddie la prese parecchio male, mi disse che ero un fanatico violento e alla fine si portò via il mio ragazzo senza neanche degnarmi di uno sguardo!
Crisi di coppia
Col passare del tempo le cose con Andy non furono più quelle di prima e per quanto lui negasse, capii perfettamente che quella del concerto non era stata solo l'avventura di una notte e ne ebbi la certezza una mattina del 1987 quando, tornando a casa prima del previsto da un turno di lavoro massacrante, lo sentii dire: “Freddie, nasconditi qui!” E chiudere lo sgabuzzino a chiave.
Quanto sperai in cuor mio che quello sfrontato morisse fulminato dalla lavatrice guasta senza che il mio ragazzo potesse far nulla per aiutarlo, ma non accadde. Evidentemente, per Andrew, ero solo lo sfigato che va a far le pulizie negli uffici o nelle scuole, e quella mattina lo affrontai prendendolo per il collo.
Anche con la mia mano che stringeva sempre più forte, l'idiota continuò a negare ma poi, resosi conto che presto gli avrei bloccato il respiro, mi rivelò qualcosa che sconvolse la mia vita per sempre: la sera prima era stata particolare, era la seconda occasione in vita sua in cui aveva un incontro ravvicinato con Freddie, ma stavolta si erano visti in un luogo inaspettato. La clinica specializzata in AIDS, l'avevano diagnosticato a tutti e due.
Persi il controllo, urlai con quanto fiato avevo in gola e uscii di casa correndo per evitare di picchiarlo a morte, avrei voluto buttarmi sotto il primo camion che passava facendola finita una volta per sempre. Non solo mi tradiva col cantante dei Queen, ma si era preso anche l'AIDS?
Non potevo essere stato io a trasmetterglielo poiché eravamo sempre stati una coppia chiusa come un contenitore ermetico, o almeno così credevo! Ma il mio test lo confermò: NEGATIVO.
“Sarai contento”, mi disse Andrew quando gli comunicai l'esito. “Almeno non ti ho condannato a morte, questa è una situazione che voglio gestirmi da solo perché da adesso in poi Freddie è con me per tutta la vita e anche nel caso in cui dovesse morire, vivrà per sempre nel mio corpo.”
Consapevolezza
Questo è matto da legare, pensai nell'immediato; però mio malgrado la storia del legame indissolubile mandò all'aria ogni mia certezza, finché un giorno decisi di sabotare le precauzioni all'insaputa di Andy ma contrariamente a quanto mi aspettassi ogni test che facevo, usciva sempre con lo stesso risultato: NEGATIVO.
Dopo un anno fra alti e bassi la salute di Andy crollò, ormai non c'era più di che divertirsi. Solo sofferenza, dolore, e la sua inevitabile morte che mi sbatté in faccia la terribile verità: ero rimasto solo, più vuoto di quanto credessi, forse anche l'HIV mi aveva squalificato?
Occasione da non perdere
Cercai di cancellare l'ossessione per il virus di Freddie bevendo superalcolici e andai avanti per settimane a ubriacarmi senza che nella mia mente cambiasse qualcosa, finché nel solito locale arrivò una notizia sorprendente: Freddie Mercury cercava una persona fissa che si occupasse delle pulizie in casa e mi informai, era un'opportunità da non lasciarsi scappare!!
Sarei stato a contatto con quell'uomo e forse pure coi suoi dispositivi medici? Magari! Il virus che non mi aveva dato, me lo sarei preso con la forza. O forse me la sarei fatta passare?
Tutti mi accettarono a Garden Lodge e Freddie non mi riconobbe: avevo cambiato completamente look, ero dimagrito e mi ero fatto chiamare William Karson, ma l'opportunità di un incontro ravvicinato non si presentò mai perché il leader dei Queen insisteva che non gli interessavo, eppure un modo ci doveva essere!
Certo, il virus può trasmettersi anche per via ematica, e l'idea mi venne una sera a cena quando lui si tagliò accidentalmente. Non ci fu però verso di avvicinarsi perché qualcuno medicò la mano di Freddie e gli applicò un cerotto.
Quella notte faticai a dormire, ma quando finalmente chiusi occhio vidi il mio Andrew! Era tanto, tantissimo che il suo volto non mi compariva in sogno ma in quest'occasione era diverso e aveva il sorriso maligno del vampiro: “Dissangualo Mark, è l'unica strada percorribile.”